24 giugno 2005 Venerdì - I giorno di viaggio:
partiamo in moto dalla Lombardia e facciamo tappa in provincia di Padova,
presso parenti.
25 giugno 2005 Sabato - II giorno di viaggio:
partiamo da Padova dopo la colazione, verso le 9.45. Arriviamo in Croazia...
...dopo aver superato il confine sloveno e ci fermiamo ad Umag (Umago), a 34 Km dal confine italiano. Grazie al nostro agile mezzo di trasporto superiamo le code di auto in una strada slovena che si snoda lungo la costa. Sono le 14 circa. Umag sorge su un’isoletta unita alla terraferma da un passaggio artificiale. Si tratta di una piccola città medievale. Vediamo le tracce evidenti di un passato veneziano, dal leone di S. Marco sul campanile, alla forma del campanile stesso, dalle bifore merlettate, alle viuzze simili alle calli veneziane. Decidiamo di fermarci a pranzo lungo il molo, attratti da un locale all’aperto che pubblicizza calamari fritti! Pranziamo con calamari fritti, insalata mista, pane, acqua e birra Karlovacko e ci godiamo il mare calmo di fronte a noi ed il posto tranquillo ed assolato. Paghiamo poco (153 Kune, corrispondenti a € 22) e facciamo una rilassante passeggiata in paese. Ci soffermiamo lungo la passerella di cemento (che è considerata spiaggia) ed invidiamo i bagnanti!
Riprendiamo il nostro viaggio in moto alla volta di Porec (Parenzo), dove abbiamo intenzione di alloggiare per la notte. Giungiamo nell’antica Parentium romana e ci rendiamo conto che la possibilità di alloggi presso privati, come sapevamo, è numerosa, soprattutto nei dintorni del paese, nella campagna circostante. Decidiamo, però di visitare il centro storico e di decidere in un secondo tempo per l’alloggio. Posteggiamo la moto in centro (è uno dei vantaggi del viaggiare in moto) e veniamo invasi piacevolmente da un corteo nuziale di gente del luogo, che, seguito da musicanti molto allegri e dai fotografi, si posiziona sulle scale del municipio. Assistiamo alla scena, anche per farci un’idea delle tradizioni del luogo. Dobbiamo dire che come prima impressione, sembra di essere in un posto molto frequentato da turisti (questo mi rassicura, dato che avevo qualche riserva, ingiustificata, sulla meta del nostro viaggio avventuroso), particolarmente bello dal punto di vista naturalistico (tanto verde e mare dal colore meraviglioso) e dal punto di vista storico ed artistico. A tal proposito abbiamo visitato la Basilica Eufrasiana, unica in tutta la Croazia, con splendidi mosaici nell’abside. Infatti, con la fine dell’Impero romano Bisanzio si impossessò di Parentium e la abbellì con numerosi monumenti. Abbiamo visto le vestigia romane di Porec (resti di templi, del foro) e abbiamo percorso il decumano, che oggi è pieno di negozi e di gelaterie. Abbiamo mangiato un ottimo cono alla frutta, che ci è costato abbastanza (40 Kn), ma che ci ha donato un momento di allegria, grazie ad un gelataio simpatico ed istrionico, con il suo lancio del cono!
Fatta provvista di acqua fredda (Kn 5,50) in una bottega del centro invasa da turisti per lo stesso motivo, ripartiamo per la ricerca della casa e scendiamo di qualche chilometro per l’Istria, eccitati come non mai per le bellezze del paesaggio e per la voglia di un bagno rilassante in mare. Ci fermiamo a Funtana (Fontana) e, vedendo il solito cartello con la scritta “Zimmer, Camere, Rooms” chiediamo se c’è disponibilità presso una casa che ci appare molto bella esternamente, perché tutta rivestita di pietra. Ci sono due camere libere, ne scegliamo una con bagno e con frigorifero in corridoio. C’è anche la possibilità di posteggiare la moto dietro la finestra della camera, in un cortile riservato agli ospiti. Meglio di così? Dimenticavo: € 30 per una notte, pagamento anticipato e poi… libertà di esplorare il borgo. Funtana non è che un borgo. Poco più avanti rispetto alla casa c’è una bella chiesa e da lì una stradina ci conduce verso il porticciolo, dove ci fermiamo ad ammirare le case-barche di turisti ormeggiate, il mare punteggiato da isolotti verdi e la costa alberata di pini, che si protendono fino a pochi metri dall’acqua. Aguzzando la vista ci accorgiamo che le persone del camping sul mare, da cui ci separa un molo di grosse pietre ed un reticolato, sono nude! Ci sembra così strano vedere, sebbene da lontano, dei signori e delle signore, anziani soprattutto, così come mamma li ha fatti! Giovanni fa un bel tuffo in mare con maschera e pinne mentre io resto su un grosso masso a fotografare il tramonto sul mare. Tornati in casa, dopo docce e cambi d’abito, affamati cerchiamo un locale e ci fermiamo in una pizzeria di poche pretese, come la pizza che mangeremo che, insieme all’acqua e alla solita birra costa Kn 89. Uno dei lati positivi del viaggio in Croazia è che si spende davvero poco, o meglio i prezzi non sono esagerati, ma molto accessibili.
26 giugno 2005 Domenica - III giorno di viaggio:
Lasciata la casa di pietra, dopo un sonno ristoratore, ci avviamo verso
Rovinj (Rovigno), l’antica romana Ruginum
che ci accoglie in un parcheggio gratuito per le moto e ci invita a visitare
il bellissimo centro storico, non prima di aver fatto colazione con un cono,
questa volta di dimensioni e prezzo normali: Kn 16.
Non possiamo non parlare di uno spettacolo della natura che si è presentato
ai nostri occhi mentre raggiungevamo Rovinj: il canale di Leme. Il mare entra
nella terraferma istriana attraverso un fiordo molto lungo e non
tanto stretto, incorniciato da splendidi boschi. Ci fermiamo ad ammirare
il panorama e a fotografarlo, perché ci lascia senza fiato!
Raggiunta Rovinj, cinta da mura medievali e che racchiude al suo
interno strette viuzze e case addossate dai portali riccamente decorati,
facciamo la salita dell’antico isolotto collegato alla terraferma
che ci conduce alla bellissima e luminosissima chiesa, dove ci fermiamo per
la Messa, anche se incomprensibile, perché celebrata in croato. Naturalmente
c’è un campanile in stile veneziano e una veduta sugli isolotti di Sv.
Katarina e Crveni Otok che fotografiamo e filmiamo.
Compriamo dell’acqua fredda (Kn 5) e ripartiamo alla volta di Pula (Pola).
Attraversando l’Istria ci rendiamo conto di quanto sia simile per certi
versi alla Sicilia (per la vegetazione simile e per l’entroterra roccioso).
Un’affascinante strada interna ci porta fino alla punta della penisola istriana, cioè a Pula. Si capisce subito che si tratta di una grande città, molto “europea”: negozi, turisti, barche, industrie, alberghi, venditori ambulanti abusivi (bambini)… Posteggiamo sotto l’anfiteatro romano che troneggia sulla città con un’imponenza simile a quella del nostro Colosseo. Lo visitiamo con Kn 40 e facciamo il giro del centro storico della città su un trenino, ossia un trattore con rimorchi a ruote, travestito da trenino per turisti! Altre 40 Kn e tanto divertimento! Ci lasciano visitare l’antico foro romano, dove sorge il famoso tempio di Augusto (ricordo di averlo studiato in Archeologia romana) e ci riportano all’anfiteatro, dopo aver visto a distanza l’arco dei Sergi (anch’esso studiato!). Ripartiamo all’ora di pranzo, intenzionati a raggiungere l’isola di Cres (Cherso) nel pomeriggio. Dopo tanto caldo sole, c’è minaccia di pioggia… Io sono alquanto preoccupata, Giovanni no. Proseguiamo attraverso l’Istria, in una zona dapprima abitata, poi di boschi, poi di antiche fabbriche in disuso ed infine sbagliamo strada e giungiamo a Rabac, la zona marina (molto popolata) sotto Labin (Albona). Invertiamo la rotta, dopo uno sguardo rapido al golfo turchese e sabbioso che ci attira tanto; scampato il pericolo temporale (annunciato da tuoni), dopo brevissima sosta in un punto panoramico dal quale scorgiamo Cres, riprendiamo il viaggio verso Brestova. Ci ritroviamo in un luogo-non luogo! Ci sono solo tantissime macchine pronte per l’imbarco sul traghetto per Cres, la biglietteria ed un piccolo bar. Ovviamente superiamo le macchine e ci posizioniamo in prima fila, faccio i biglietti (Kn 56) e compro due gelati (Kn 24): il nostro pranzo-merenda! Traghettiamo subito dopo, insieme a tanti turisti veneti con bambini al seguito e poi, arrivati a Porozina, altro luogo-non luogo, iniziamo a salire per l’unica strada che attraversa Cres e che la spartisce a metà, in un punto molto stretto dell’isola, permettendo ai suoi visitatori di godere di un panorama fantastico che merita una sosta fotografica: da una parte, a destra, c’è il mare che separa l’isola dall’Istria e si vede parte della penisola istriana; dall’altra parte, a sinistra c’è l’isola di Krk. Dove guardare? Siamo senza fiato! Per questo spettacolo della natura che abbiamo potuto ammirare dobbiamo ringraziare principalmente il cugino Aldo che ci ha indirizzati bene, consigliandoci di visitare Cres.
Decidiamo di fare la sosta per la ricerca della casa proprio nella cittadina
Cres. Dopo un breve giro di ricognizione in centro,
troviamo subito l’alloggio libero (camera con bagno, con lavatrice e
frigorifero, sempre a €30) e ci sistemiamo mentre fuori piove!
Per fortuna è solo un breve temporale estivo. La padrona di casa è
simpatica e parla italiano!
Per la cena facciamo solo pochi passi verso il vicino ristorante
che espone il maialino allo spiedo, del quale sentiamo l’odore da casa!
Dobbiamo dire che già la mattina, mentre attraversavamo l’Istria avevamo
notato questi mega spiedi con i maialini che rosolavano ed emettevano
un odore indicibile e Giovanni era assolutamente risoluto: sarebbe tornato
indietro a mangiare il maialino se non lo avesse più trovato nei luoghi
che avremmo visitato! Meno male che a Cres c’era il maialino allo spiedo!
Abbiamo cenato all’aperto; Giovanni ha mangiato il maialino accompagnato da
riso bollito ed io un altro piatto a base di carne e peperoni, con patate
lesse e poi insalate miste: Kn 182. Ristorati e rilassati facciamo una bella
passeggiata per il lungomare di Cres. C’è tanta gente, soprattutto nei
campeggi lungo il mare, che è calmo, piatto e lucido come uno specchio.
Abbiamo bisogno di bere qualcosa di freddo e di mangiare la frutta e allora
facciamo una sosta dal fruttivendolo del centro che è ancora aperto a
lle 23 e facciamo una scorpacciata di anguria (Kn 24) in camera,
prima di addormentarci sfiniti.
27 giugno 2005 lunedì - IV giorno di viaggio:
Colazione veloce a base di banana e di the freddo alla pesca e partiamo
subito per raggiungere Malj Losinj (Lussino piccolo),
a 57 Km da Cres, seguendo le indicazioni della padrona di casa,
che gentilmente ci mette a disposizione anche lo stendibiancheria per
il nostro bucato. Il giro in moto è entusiasmante perché gli scorci che
Cres offre sono indimenticabili.
Si offre ai nostri occhi un lago grande, il lago di Vrana, che è sotto il
livello del mare e che costituisce una riserva di acqua dolce per tutta
l’isola.
Attraversiamo il ponte mobile di Osor
(che di notte è chiuso) per raggiungere l’isola di Losinj (Lussino).
Oggi Cres e Losinj sono un tutt’uno grazie al ponte girevole,
ma fisicamente sono due isole; al tempo dei Romani erano un’unica isola
che i nostri progenitori divisero in due grazie ad un taglio di
soli m 11 che permise il passaggio delle navi, evitando la circumnavigazione
dell’isola.
Raggiungiamo Malj Losinj, ma non entriamo
in paese (me ne rammaricherò dopo) perché voglio fermarmi per il bagno.
Giovanni esplora i fondali mentre io mi godo sole e mare, accanto ai
vicini di scoglio veneti.
Torniamo a Osor dove pranziamo con una coppa di gelato all’amarena (Kn 50) e
facciamo il giro del borgo tranquillo e abbellito da sculture moderne
molto belle dedicate alla musica. Troviamo un punto panoramico dal
quale possiamo rilassarci sotto un albero, guardando il mare e dei
turisti in battello con bici al seguito e cabine confortevoli
(così ci sembra). E’ il momento del bagno nel canale, che per Giovanni
include esplorazione dei fondali con la maschera e foto con mega-riccio
di mare e con super stella marina, che vengono ridepositati in mare,
dopo gli scatti.
Si riparte per Cres, perché abbiamo preso abbastanza sole e, dopo pausa
docce in casa, andiamo sul lungomare, alla ricerca di un ristorante
che la sera precedente avevamo adocchiato per l’atmosfera romantica.
La scelta è stata ottima: il “Dalmatjia” ci ha proposto spaghetti con
le cozze (Mouscles) ed un misto di pesce grigliato, per Kn 360, buono e
fresco come mai lo avevamo mangiato. Io non riesco a mangiare tutte
le varietà di pesce che ci hanno proposto; Giovanni fa la festa al vassoio
di specialità grigliate!
Siamo esausti, strapieni e soddisfatti. Non ci resta che fare una
lunghissima passeggiata nella penombra del lungomare pullulante
di persone tranquille che si godono le bellezze dell’isola.
Facciamo un’altra sosta dal fruttivendolo per assicurarci la frutta
anche per la colazione dell’indomani (kn30: fragole, anguria, succhi di frutta)
e andiamo a dormire.
28 giugno 2005 martedì - V giorno di viaggio:
Dopo la colazione con succo di frutta e fragole fredde partiamo da Cres
per Merag, l’ennesimo luogo-non luogo da dove ci si imbarca per
l’isola di Krk (Veglia) con Kn 56. L’isola, la più
grande della Croazia, è molto verde, poco rocciosa rispetto a come ci era
apparsa Cres risalendo la strada dal traghetto verso l’interno.
Raggiungiamo la città di Krk che è pienissima di
turisti e di imbarcazioni che partono dal molo promettendo giri turistici
accompagnati da pranzi a bordo, a base di pesce. Noi ci accontentiamo
(per modo di dire) di una sfoglia al formaggio (tipica croata) e di un
panino al cioccolato diviso in due (Kn 13), comprati in un panificio
dall’offerta molto ricca. Visitiamo il centro, le viuzze con i negozietti,
tutto di un bianco abbagliante, fino alla cattedrale di S. Maria Assunta.
Entriamo al castello dei Frankopan con una torre quadrata, sede del tribunale
medievale, che non ci fanno visitare per pericolo di crollo. Un po’
stanchi ed accaldati ci ritroviamo in un punto panoramico dal quale si
scorgono i bagnanti di una caletta. Quasi li invidiamo…
Decidiamo di ripartire per ritornare sulla terraferma, dato che, dopo aver
visto la selvaggia Cres, Krk ci ha deluso a causa della modernità di
alcune strutture e dell’eccessiva presenza di turisti.
Attraversando il ponte Krcki Most, lungo 1300 m e che collega la terraferma
con l’isola, lasciamo Krk.
Spettacolare la traversata in moto. Io, alle prese con la videocamera, non riesco a godermi tutto il panorama. Non so se fare le riprese alla mia destra o alla mia sinistra! Paghiamo un pedaggio di poche kn e lasciamo Krk per raggiungere Senj. Studiando il nostro itinerario avevamo deciso di restare una notte a Senj, nel golfo del Quarnaro. La raggiungiamo dopo un’oretta di moto; ci informiamo su come fare per raggiungere i laghi di Plitvice in un centro di informazioni turistiche e poi scegliamo la nostra residenza. E’ una casa moderna, al primo piano, la stanza è ordinata e blu, curata in tutti i dettagli (tende, copriletto, quadri, candele), il balcone con strepitosa vista sul mare (di fronte all’isola di Krk), la spiaggetta privata con trampolino, la barchetta dei padroni di casa è ormeggiata lì. Unico neo il bagno, in fondo al corridoio, ma tutto nostro, pulito, e poi siamo gli unici ospiti! Ci accordiamo per € 40. Ci sembra comprensibile, date le bellezze di tutto quanto! Naturalmente il primo pensiero è quello di mettersi in costume e di andare a tuffarsi in mare… L’acqua è stranamente fredda e all’aspetto sembra oleosa, ma allontanandosi di qualche metro diventa davvero calda… non riusciamo a capire. Scopriremo che accanto alla piattaforma di cemento che funge da spiaggetta c’è una sorgente d’acque dolci che vengono giù dalle montagne che abbiamo alle spalle. Dopo la pausa relax dobbiamo dedicarci alla visita di Senj. Ci rechiamo direttamente al castello che domina il paese, il castello di Nehai, a pianta quadrata con torri angolari. Lo raggiungiamo attraverso un sentiero pedonale nel parco. All’interno è allestito il museo degli Uscocchi (dei pirati), che è chiuso, data l’ora. Però entriamo ugualmente e ci fermiamo a cena dentro il castello! Mi sento una castellana. La cena viene servita in un ambiente all’aperto, ma con alti muri e con al centro un pozzo bianco. Cena buona e leggera a base di insalata di polpi e insalata mista per me e per Giovanni risotto ai frutti di mare, calamari e patatine fritte. Al tramonto siamo fuori dal castello a continuare la visita di Senj, che purtroppo mostra ancora i segni del conflitto serbo-croato. Per finire in bellezza, tappa per il gelato (Spaghetti gelato per me e coppa al Kiwi per Giovanni) nella gelateria all’aperto della piazza principale (Kn 70) e, dopo una bella passeggiata al lungomare, a dormire nella casa con romantica vista sul mare.
29 giugno 2005 mercoledì - VI giorno di viaggio:
La meta è il parco nazionale dei laghi di Plitvice,
o meglio Plitvicka Jezera.
Ci svegliamo arzilli, pronti per la partenza per il luogo del quale
abbiamo visto i filmini in Super 8 del viaggio di nozze dei miei suoceri,
risalente al 1970 e che da loro è stato sempre tanto decantato.
Prima di partire andiamo a comprare una sorta di strudel alle noci e
alla marmellata, in un panificio molto fornito di Senj. Ci procuriamo
anche delle sfoglie al formaggio e pancetta da portarci dietro, per
il pranzo (kn 44,50). Si parte!
I primi km sono tutti di tornanti (“serpentine”, in croato),
ma poi il panorama cambia e diventa pianeggiante o quasi. Si attraversano
dei paesini. Le case di campagna hanno dei tetti molto particolari,
alcune ancora riportano i segni della guerra serbo-croata. Le signore
vendono miele, vino e formaggi lungo la strada deserta che porta
verso il Parco nazionale dei laghi di Plitvice.
Per un breve tratto entriamo nella moderna autostrada croata, quasi
deserta e ben tenuta. Proseguiamo seguendo le indicazioni per il parco e
ci rendiamo conto che sarebbe stato bello prendere una camera in una
delle tante abitazioni della zona, che espongono la solita scritta “Sobe”.
Partiti da Senj alle 9.10, arriviamo al parco alle 10.55, dopo una breve
sosta per la benzina, a metà strada.
Paghiamo kn 160 per il giro completo del parco ed iniziamo subito.
Prendiamo una navetta che ci porta nella parte più alta del parco,
da dove iniziamo il percorso a piedi, su passerelle di legno che attraversano
(disegnando vari percorsi) tutto il parco e ti permettono di camminare
sulle acque!
Abbiamo visto uno dei posti più belli del nostro pianeta: un paradiso
della natura!
Ben 16 laghi sono collegati tra loro da cascate di ogni portata.
Lo scroscio dell’acqua è di sottofondo. La natura è lussureggiante.
Il colore delle acque va dal verde smeraldo al blu intenso. Non sai dove
guardare… i pesci sono grossi e ben visibili, dato che l’acqua è cristallina.
Tutti fotografano le cascate, i laghi ed i laghetti…
E’ assolutamente vietato bagnarsi, ma si è molto tentati, a causa del caldo!
Si raggiunge il lago Kozjak, il più grande di tutti, che ha le rive coperte di
foreste. Si attende il battello elettrico che permette di attraversare il
lago e di giungere alla sponda opposta, dove un prato con tavoli
e panche di legno accoglie i visitatori affamati, attratti dagli odori
che provengono dagli stands dove si cucina di tutto (pollo e patatine,
in particolare). Le signore vendono le sfoglie molto simili alle nostre
e che ci pentiamo di aver comprato a Senj.
Si riprende il giro.
Altre cascate ed altri laghi, fino all’ultima grande cascata, la più alta
della Croazia, che ci regala una frescura intensa che assaporiamo per
qualche minuto, seduti su un masso.
Purtroppo la nostra videocamera, dopo l’attraversamento del ponte di Krk,
non ha voluto più saperne… ci ha abbandonato, con nostro enorme dispiacere,
proprio alla vigilia del giorno tanto atteso. Quindi, abbiamo adoperato la
fotocamera che non ci ha deluso, per fortuna!
L’ultimo tratto del percorso prevede una salita su un sentiero che
permette la veduta, dall’alto, della parte terminale del parco:
siamo senza parole!
Con la navetta ci riportano all’ingresso del parco dove,
dopo aver comprato e spedito delle cartoline, ripartiamo per Senj.
Sono le 17.00 circa.
Per strada, ci lasciamo tentare dall’acquisto di un formaggio (kn 120)
che assaggeremo solo alla fine del nostro viaggio, a casa di amici,
a Benevento.
Torniamo a Senj e viviamo una delle esperienze più terrificanti della
nostra vita: una tempesta di bora, con lampi, fulmini e mare agitatissimo!
In compenso, l’indomani mattina, la nostra moto era lucida e pulita
come non mai!!!
Il nostro racconto termina qua… magari più avanti lo continueremo…
In realtà il nostro viaggio, da Senj, prosegue.
Visiteremo l’isola di Rab, di Pag, le cittadine di Zadar, Biograd na moru,
Sibenik, Primosten, Trogir, Split.
Per noi la Croazia è una terra unica, bellissima, ricca di bellezze
naturali ed architettoniche. La consigliamo vivamente a tutti! Ci siamo tornati
nel 2006 in auto (riviera del Quarnaro ed ancora la mitica Cres)
e probabilmente ci torneremo anche quest’anno, per visitare il sud (da Split
a Dubrovnik).
Buon viaggio a tutti!