Davanti alla costa di Barbat si allunga parallelamente per 8 km l'isola di Dolin, formando il canale di Barbat: questa zona che va da Misnjak a Barbat forma la Riviera di Rab e vi si trovano case vacanza confortevoli con giardini fioriti riparati dalla bora.
In paese si trova la bella chiesa si Santo Stefano del 1850sorta sulle fondamenta di un'abbazia benedettina che al suo interno conserva un Crocifisso del tardo 300, mentre sulle colline che sovrastano Barbat, sulle mura di quella che fu una fortezza acropoli dei Greci e un castrum Romano venne costruita la Chiesa di San Damiano, di cui rimangono solo i muri perimetrali cadenti.
In paese si trovano campo da pallavolo, basket, campi da tennis e da calcio, piste per bicicletta, sentieri per camminata, corsa e trekking ed è possibile pescare e praticare numerosi sport d'acqua tra cui anche kayak, sci nautico e immersioni.
Da vedere nei dintorni di Barbat
Sulle alture sopra l'abitato di Barbat e precisamente sulla cima della collina Damian alta 223 m sul livello del mare si trovano alcuni resti archeologici interessanti, raggiungibili con sentieri sui quali sono apposti dei tabelloni informatici. Ma non è tutto: Barbat si trova al centro di un tratto di isola veramente interessante, sia che ci si diriga lungo la costa, sia che si scelga di esplorare i paesi vicini con il loro edifici storici.
La Foresta Dundo è una delle più antiche formazioni boschive di leccio dell'isola Rab e della Croazia, dichiarata Parco Nazionale Botanico nel 1949. Dista 10 km da Barbat. Dundo copre un'area di 106 ettari e fa parte dell'area della città di Rab: il bosco si raggiunge con strada asfaltata da Rab attraverso la baia di Sant'eufemie e il paesino di Barcici. Il Parco è dotato di parcheggio proprio vicino all'ingresso e dopo aver camminato per circa 5 minuti si svolta in una strada sterrata che porta alla baia Kristofor dove si trova un sentiero con indicazioni - il percorso che permette di visitare buona parte del parco è lungo 7 km da percorrere in due ore e mezza.
Il Parco Forestale Komrcar è uno dei più bei parchi della costa Adriatica, con una vegetazione ricchissima e sentieri che attraversano ogni area del parco portando fino al mare. Il Parco si trova nell'area della città di Rab e si estende a partire dalle mura verso nord, fino a raggiungere una piccola baia, molto amata dagli innamorati. E' un bosco di conifere di vario tipo, piantate di nascosto dal capo delle guardie forestali dell'isola su quello che un tempo era terreno da pascolo: nel 1974 gli abitanti di Rab gli eressero una statua che è visibile all'ingresso del Parco.
Il Monastero di Sant'Eufemia si trova alla fine della baia che porta lo stesso nome, nell'area di Kampor. Il complesso del Monastero include due chiese: la piccola chiesa di Sant'Eufemia, più vecchia, costruita nel XIII secolo e la chiesa di San Bernardino, una piccola basilica gotica ricostruita tra XVII e XVIII secolo. La chiesa ospita una serie di dipinti di valore, un bel crocefisso e diversi candelabri e arredi sacri.
Nel Chiostro del Convento si trova il lapidarium: nel portico attorno al pozzo che spicca al centro del cortile ci sono stemmi e frammenti ornamentali di epoca Romana, oltre al sarcofago in pietra bianca istriana di Magdalena Budovisic contessa di Modrus e Cetina e fondatrice del monastero delle suore Francescane di Rab.
Nel mare intorno all'isola Rab ci sono tantissime piccole isole e isolette che creano un arcipelago pittoresco tutto da esplorare. Una delle isole più famose di questo arcipelago è sicuramente Goli Otok o isola Calva che si trova tra le isole Prvic e Sveti Grgur. Goli Otok ospitava fino al 1990 un carcere maschile, mentre la vicina Sveti Grgur era sede del carcere femminile. Prvic è famosa per la bora che vi soffia impietosa e viene usata dai pastori per le loro greggi di pecore e anche per l'allevamento delle api da miele - su quest'isola nidificano i grifoni. L'isola Dolin che si estende da nordovest a sudest parallelamente alla costa di Rab, proprio davanti a Barbat e a Banjol: la sua cima più alta misura 117 m sul livello del mare.
Chi ami le vacanze attive potrà praticare pallavolo, basket, tennis, calcio, andare in bicicletta, camminare e correre, ma anche pescare, immergersi e divertirsi con moltissimi spot d'acqua. Barbat e tutta l'isola Rab, sono conosciute per lo splendido mare, ma anche i campi coltivati, i vigneti, gli oliveti e le erbe aromatiche e officinali.
Per gli appassionati di storia che vogliano stare tranquilli, lontani dalla folla dei turisti Barbat è ideale: un paese dove rilassarsi, non lontano dalla città di Rab e da altri siti interessanti verso quali spostarsi giornalmente con gite organizzati o in proprio e approfondire la conoscenza con la storia dell'isola.
Alcune delle più antiche tracce di un'epoca in cui la pietra era ancora un'arma, uno strumento e un attrezzo quotidiano sono state rinvenute nell'area intorno a Barbat e sull'isola Rab e sono conservate nel Museo Archeologico di Zara.
Sull'isola sono state ritrovate asce di pietra, punte di coltello e persino l'amo di un pescatore. Le prime informazioni attendibili sulla storia dell'isola si trovano in diari di viaggio e guide marinaresche scritte in greco antico, e negli scritti di geografia di Skilaks Kariandonski (quarto secolo a.C.) che nomina l'isola di Rab con il nome di Arba di derivazione Liburno-Illirica: in particolare "arb" significa scuro, cupo, così il nome "Arba" avrebbe indicato un'isola nera con probabile riferimento alla foresta di conifere che un tempo copriva l'isola.
Dal primo secolo d.C. numerosi scrittori greci e romani citano l'isola con il nome di Arba o Arva, mentre nel medioevo i nomi più comuni sono Arbe, Arbia, Arbiana, Arbitana e più comunemente Arbum. Il nome Rab compare per la prima volta nel più antico documento in lingua croata conosciuto: l'atto costitutivo del convento francescano di Sant'Eufemia della metà del quindicesimo secolo.
Lo sviluppo dell'isola è molto lento a causa del popolamento tardivo tipico delle isole sabbiose dell'Adriatico e la maggior parte delle famiglie nobili di Rab provengono da Venezia e dalle vicine città italiane.
Le acque tra Krk e Rab furono teatro di numerose battaglie navali tra Greci e Liburni e la più feroce tra tutte avvenuta nel 365 a.C. vide vincitori i greci con la successiva trasformazione dell'isola in un avamposto militare che avrebbe dovuto impedire ai Liburni di riconquistare la zona. Si presume che le rovine di San Damiano, Kasteline Kampor e Punta Loparu siano proprio i resti di questi insediamenti militari. Per un intero secolo i Greci impedirono ai Liburni l'accesso all'Adriatico e quando questi ultimi, grazie alle loro alleanze furono sul punto di conquistare l'ultima roccaforte greca, l'isola di Vis, i Greci si allearono con i Romani chiedendone l'aiuto. Per cementare l'alleanza i Romani chiesero in cambio l'isola di Vis, cominciando cosi a coltivare la loro crescente supremazia sull'Adriatico. Nel 228 a.C. i romani sconfissero la regina Teuta che fu costretta a cedere i propri possedimenti nell'Adriatico che divennero punto di appoggio e di penetrazione importante dei romani in queste regioni. Contemporaneamente la regina dovette rinunciare all'alleanza con i Greci dell'isola Hvar. Mentre le tribù illiriche si rendevano conto dell'impossibilità di combattere il dominio romano senza una solida alleanza tra loro, i romani cominciarono il restauro e il rafforzamento delle fortificazioni greche, costruendone di nuove, soprattutto sulle isole. Una di queste stazioni militari per navi costruita nel secondo secolo a.C. venne costruita dove oggi sorge la città di Rab.