Racconti dai viaggi in Croazia
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Sergio di Marghera VE - s.dalbello AT tin.it
- castelli d'Istria e Cherso (Cres) - com'è, come era ... -
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Durante lo scorso inverno ho fatto una ricerca sull'Istria veneziana e non, cercando di ricostruire il confine del 1797, ben sapendo che ci sarebbero stati castelli dall'una e dall'altra parte a guardia e difesa (sono appassionato di architettura militare medievale e rinascimantale).
Ho trovato (Edizioni Italo Svevo Trieste 1997, Autore Luigi Foscan) la Nuovissima Carta Toponomastica e Stradale dell'Istria, Cherso, Lussino e Veglia. La carta in sè non vale nulla ma la toponomastica è in Italiano, Sloveno e Croato (una chicca...).
Ho trovato (Edizioni Goliardiche Trieste 1999, Autore Flavio Forlani) la Guida ai Castelli dell'Istria.
Guida scarna con qualche imprecisione (del proto?) ma utilissima.
Mi hanno poi regalato un libriccino (purtroppo l'ho prestato ad una Istriana) che tra altre cose riporta la copia anastatica di una relazione del 1789 sullo stato delle terre venete in Istria.
Con tutto questo materiale sono riuscito a tracciare (abbastanza plausibilmente) la linea di confine e ho scoperto che a percorrerla tutta avremmo avuto bisogno di un bel mesetto.
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Scrematura dopo scrematura l'itinerario è risultato quello che vi ho mandato col messaggio precedente (piantina itinerario).
Partenza (con calma) da Venezia, tutta una tirata (con calma) fino al valico Sloveno/Croato di Sicciole. Abbiamo pernottato a Volpia in un buon agriturismo dove si mangia anche bene. Prima di cena abbiamo fatto una doverosa visitina a Buje.
Il giorno dopo via! (con calma) verso Grisignana. Il paesetto è stato ottimamente restaurato (un professore direbbe in modo filologicamente corretto). E' vivo e vivace, popolato da artisti ed è un vero piacere gironzolare per piazzette e stradine. Le comitive di giornalieri non danno fastidio.
Discesa verso il Quieto (Mirna) verso Montona (Motovun). Prima, però, salita verso Portole (Oprtalj). Anche qui stanno restaurando ma ci è parso con spirito più "commerciale". Il paese comunque è bellissimo.
Discesa verso Livade a pochi passi dal Quieto. Ci sono due ristoranti, uno (del quale non ricordo il nome) nel quale abbiamo mangiato benissimo. L'altro "Zigante" lo proveremo al ritorno.
Salita verso Montona e pernottamento all'Hotel Kastel. Cena ottima nel ristorante sotto la volta di accesso al paese. Montona è, a mio parere, "più bellissimo". Una volta superato il problema del parcheggio (risolto all'italiana andando avanti sempre con faccia di tolla) passeggiarci a caso è un vero piacere.
Al mattino dopo decidiamo, assieme ad altri amici, di accelerare (sic!) l'arrivo a Valun per cui facciamo un po' di corsa il resto della strada saltando alcune tappe che poi faremo al ritorno.
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Traghetto Brestova - Porozine come al solito. Piacevole sorpresa il rifacimento e l'allargamento di tratti della stradaccia che obbligatoriamente devi fare in direzione Lussino. Ad esempio il rifacimento della piazzola dova la strada che viene da Beli (Caisole) confluisce con la principale ti permette di godere di un panorama sui due Quarneri assolutamente strepitoso. A proposito, Caisole (Beli) è un paesetto eretto su un castelliere preistorico, per i Romani (Caput Insulae) era la sentinella del versante nord dell'isola.
Il traffico si addensa in pratica solo dopo la confluenza della nuova strada che riceve il traffico dei traghetti di Veglia ( Krk ): Merag (Smergo) - Cres (Cherso). A Cherso città, di solito scegliamo il ristorante a caso e ci siamo sempre trovati bene (tanto ci andiamo solo per il Bancomat...). Sulla strada per Valun, poco dopo Cherso, sulla sinistra, breve ripida salita per Loznati. Ristorante La Bukaleta (agnello strepitoso), imponente gelso sullo spiazzo antistante. In stagione, more di gelso succulente (attenti alle macchie sulle magliette!!...non vanno più via...)
Un poco prima del bivio per Valun, sulla destra, a Krcina, ristorante (Trs ? comunque pubblicizzato da un cartellone) con buon agnello e buoni scampi.
A Valun tentiamo come sempre di lasciare la macchina al vecchio parcheggio (è più vicino al paese e ti dà l'aria di appartenere alla ... confraternita dei vecchi clienti). L'Ufficio Turistico (Turisticko Društvo) aiuta nella ricerca di alloggio. Noi di solito prenotiamo per E-mail e chiediamo sempre il solito appartamento.
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Valun ha quattro ristoranti, un bar, un supermercato (sic!), una edicola-bazar, non ha, e spero non avrà mai, una discoteca. Noi andiamo sempre da venticinque anni allo stesso ristorante che da sempre è considerato il migliore, ne dirò il nome solo se costretto, tanto ci andremmo lo stesso anche se facesse male da mangiare...
Cosa si fa a Valun?? Niente, o meglio, noi pratichiamo il mestiere di Michelasso, mangiare, bere e andare a spasso. Chi volesse botte di vita le può trovare più facilmente sottocasa. Escursioni in barca, a piedi, mountain bike sempre interessanti e possibili. Per i patiti del sole due spiaggette (di ciottoli ovviamente) a destra e sinistra del paese e una miriade di piccole calette al di là della baia raggiungibili a piedi per sentieri ancora percorribili.
Da Valun si vedono (sette miglia a NN/E) i semafori di entrata del porto di Cherso per cui con un gommoncino e 10HP ci si arriva in una ventina di minuti. Lo stesso gommoncino può portare a tutta una serie di baiette nel secondo vallone di Valun (a NE/E) e, con un la prudenza necessaria per chi va in mare, fino al faro di Punta Pernat (N/NW), alla spiaggetta sotto Lubenice e anche, per i giovani scriteriati, fino a Martinscica.
Vale la pena di ricordare che lì il mare è un mare serio, i venti quando soffiano (spesso) sembrano non venti ma quaranta, nello spazio di un miglio passi da profondità di due metri, a sessanta, a cento, oppure trovi uno scoglio improvviso, etc. etc.
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Valun essendo situata nella parte centrale dell'isola di Cherso può essere il punto di partenza per visite a tanti piccoli insediamenti (chiamarli paesi a volte è azzardato) nei quali sembra che il tempo si sia fermato. Tanto per esemplificare: Podol Grande (Veli Podol) ha quattro case mentre Podol Piccolo (Mali Podol) ne ha tre. Su tutti svetta Lubenizze (Lubenice). Insediamento romano e forse preistorico (poco distante c'è una grotta che ha posto problemi ai paleologhi) è arroccato su un picco dal quale si domina tutto. Vedi l'Istria, la costa di Cherso che va verso Levrera (Zeca), San Martino (Martinscica) etc. etc. Era, assieme a Caisole (Beli) nella parte Nord dell'isola, la sentinella di tutta Cherso.
Da qualche anno hanno l'acquedotto (acqua del Lago Vrana) e non cisterne. A proposito di Vrana, il lago è per gli studiosi un mistero. Non ha immissari se non un rigagnoletto, il suo fondo è sotto il livello del mare. Sembra riceva l'acqua dalla terraferma ma nessuno sa esattamente come. Sembra ci vivano pesci particolarissimi. Fornisce di acqua le due isole di Cherso e di Lussino ed è acqua buonissima. E' zona interdetta a tutti tranne che ai tecnici dell'acquedotto e agli scienziati autorizzati.
Io che, da buon italiano sprezzante dei divieti, tanti anni fa sono arrivato per sentieri fino alle sponde, mi sono trovato davanti uno con tre occhi: due erano azzurri, il terzo era quello nero del mitragliatore che il militare aveva spianato. (Mi turista, mi no sa, mi scusa, mi no fato gnente... me la sono cavata). A proposito, chi volesse saper tutto su Cherso e Lussino si procuri un libriccino: Apsirtides (esiste in varie lingue. L'Autore è Branko Fucic recentemente scomparso. Doveva evidentemente adorare quelle terre perchè, oltre a descriverle nei minimi particolari, ne parla in maniera da farti sciogliere.
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