Croazia Info di Branko e Nicoletta
 Vacanze a Mandre dal 15 al 29 di agosto 2010.
isola di Pag isola di Pag



... segue racconto dalla prima pagina - vedi prima parte - >>>

Marco (agosto 2010)
Mandre
Mandre

Lunedì 16
Giretto mattutino intorno a Mandre, partenza dal porticciolo, direzione sud-est. Alla fine del lungomare comincia una salita sterrata che conduce alla cima della collinetta. Curva a 90 gradi di nuovo in direzione nord-ovest, in direzione cioè delle antenne della radio che si vedono quasi da qualsiasi punto. Incrociata la strada asfaltata si prosegue sulla stradina interpoderale dapprima sterrata e poi, nella parte finale, asfaltata. Si arriva senza fatica alla baia di Girenica, molto carina, dotata di una piccola pensione. Poche decine di metri prima di arrivare al mare si svolta a sinistra e si imbocca un'altra sterrata che poi si restringe diventando sentiero in cui in un paio di tratti occorre spingere la bici. Seguendola (non ci sono deviazioni) si sbocca di nuovo al mare, a nord-ovest. Percorso tranquillo di circa 12 km, con ampi spunti di osservazione delle aree circostanti. Facile Nel pomeriggio sul tardi di nuovo in bici, in direzione Kolan. Appena terminata la bella discesa (12%) si gira a sinistra in mezzo ai campi, una stradina sterrata ed asfaltata percorre la collina in direzione nord-ovest, fino a incrociare a sinistra un salitone asfaltato, trooooopo invitante per non essere percorso. Giunti in cima si gode della vista sulla costa sottostante e sul Veliko Blato, una zona umida protetta ma attrezzata con un campeggio, strano a dirsi ma è così. Attenzione a non imboccare la discesa che sta dall'altra parte della salita asfaltata altrimenti ci si perde metà del divertimento; bisogna invece girare le ruote verso nord ed infilarsi nella strada sterrata, sempre in leggera discesa. La strada diventa poi un sentiero stretto e spinoso che conduce fino in prossimità del Veliko Blato, superato il quale si arriva fno al mare. Un'altra stradina sterrata consente di percorrere alcune centinaia di metri in direzione di Gajac, pur senza arrivare al paese, se non portandosi la bici in spalla. Si torna indietro lungo la strada sterrata ed asfaltata che passa per Kolan e poi a Mandre, soffrendo sulla salita da 12% (corta) ampiamente ricompensata dal discesone lunghissimo, fino in paese. Seduti in sella, senza pedalare si arriva a 56 km/h!! lunghezza del percorso circa 26 km, più i tratti a piedi.

isola Pag - panorama
isola Pag - muri a secco e pietraie

Martedì 17
Bella sgroppata mattutina, da Mandre fino a Pag, passando per il porticciolo di Simuni. Solita partenza dal porticciolo di Mandre lungomare. Arrivato dove il giono prima ho voltato a sinistra, invece continuo dritto, fino ad incrociare una strada asfaltata che conduce al porto di Simuni. Breve visita al porto turistico e poi bel giro in quello dei pescatori, percorrendo per lunghi tratti la costa, un pò su cemento un pò su ghiaia, fino a sbattere contro il campeggio, un colosso attorno al quale ho dovuto girare risalendo sulla strada asfaltata. Appena fuori dal campeggio, sul lato a monte della strada, c'è il sentiero pedonale che porta a Sv. Vid, con un percorso marcato dai bollini bianchi e rossi di circa un'ora. Percorro qualche kilometro di asfalto ed alla prima occasione costituita da una strada sterrata con una sbarra ed il cartello di pericolo di incendio, scendo verso il mare. Dal lungo mare, in direzione sud, attraverso una spiaggetta a piedi e poi imbocco un sentiero che dopo qualche centinaio di metri arriva su una sterrata. Questa corre lungo la costa con andamento placido e grazie a numerosi sentierini che bucano la vegetazione si arriva spesso al mare. Si transita davanti all'acquacultura (cozze, ostriche e capesante) di Lukar per poi tornare sull'asfalto, da lì fino a Pag. Giro per la città di Pag che merita la visita. Caldo porco, secco per fortuna. Birretta ristoratrice nella piazza centrale. La via del ritorno, neanche a dirlo non è quella di andata: scelgo di passare lungo la costa seguendo le indicazioni di Vodice - Bosana. La strada si snoda lungo la costa, un pò in alto, ed i gruppi di case che incontro non meritano di perdere tempo, in compenso il panorama è splendido, grazie anche alla giornata di sole. Lungo il percorso si incontrano sentieri che tagliano il pendio e vanno al mare, a metà la strada diventa sterrata ed i sassi lasciano lo spazio alla terra battuta, rossiccia. Al termine della sterrata si arriva ad un incrocio che con le strade di destra consente di risalire sulla statale Novalja-Kolan, oppure di scendere verso il mare alla spiaggia di Sv.Duh. Scendo a curiosare, ma la spiaggia è ancora quella in ciottoli, piccoli, ma ciottoli, con numerosi camper disposti sul lato destro ed una specie di ristorante sul lato sinistro. Me ne torno sull'asfalto approfittando per fare qualche foto ad un gabbiano appollaiato sopra un muretto di pietra. Su tutto il percorso niente acqua se non nei paesi e nelle case. Il contakilometri segna 46, come il numero del Doc!!

Pag
Pag

Mercoledi 18
Incuriosito dalla presenza di una vetta spettacolare, roba da 350 m di altitudine, oggi pomeriggio me ne vado a Sv.Vid. Da Mandre raggiungo Kolan e poi prendo la direzione per Pag. Alla prima curva, sulla sinistra si stacca una stradina in salita con una indicazione della destinazione e del tempo di percorrenza. La strada sterrata prosegue per qualche centinaio di metri per poi trasformarsi in un sentiero che cammina fra muretti a secco. Un pò in sella ed un pò a spinta a causa dei sassi sul sentiero, delicatamente accarezzati da spine, rovi e quant'altro, arrivo fino ad un cancello in legno che oltrepasso richiudendolo. Qualche pecora quà e là fa da corollario al percorso. Ad un tratto una tartaruga terrestre attraversa il mio percorso e subito la trasformo in un bel brodo... (naaaaaa... l'ho solo fotografata!!). Superato il cancello proseguo sul sentiero, con la bici per lo più a spalla a causa del fondo irregolare e spesso tagliente. Giungo ad un trivio: Kolan-Simuni-Sv.Vid. Da qui, con la bici soprattutto a spalla arrivo alla cappella diroccata di Sv.Vid in una mezz'ora circa. Il sentiero è segnato con segni bianchi e rossi, ma nell'ultimo pezzo si sale a vista, godendosi il panorama circostante, spoglio e assolato... insomma il tradizionale panorama di questa zona, impreziosito nelle ore finali della giornata dal sole che se ne va verso occidente e comincia a scaldare i colori dell'aria. Certo, i cardi acuminati ed i sassi taglienti uniti al peso della bici sulle spalle rendono il percorso faticoso, ma alla fine ne vale la pena, anche perchè in discesa la musica cambia radicalmente ed i tratti in sella sono tanti anche se percorribili con qualche cautela. La zona dove sorge la cappella diroccata è un punto trigonometrico con tanto di altezza segnata sul pilastrino. Incontro uno slovacco salito da Sv. Marko. Ho provato anche la discesa verso la parte nord-est del pendio (Sv.Marko, verso Pag), ma dopo una trentina di metri ho lasciato la bici sul sentiero per provare a scendere a piedi a sincerarmi delle condizioni del percorso. Dopo neanche un'altra ventina di metri ho girato i tacchi e sono risalito alla cappella. Il sentiero è percorribile a piedi con qualche attenzione, ma decisamente sconsigliato a chi si porta una bici sulle spalle. Nei tratti esposti il peso della bici rende troppo rischiosa la discesa. Bel panorama, belle foto... insomma, per un paio di ore di cammino, una mezz'ora di sosta in cima ne vale veramente la pena... peccato aver perso il mio cappello con visiera, compagno di tante avventure... per ricomprarlo mi toccherà andare da Decathlon... per ripagare le facce di quelli che hanno visto la bici in vetta (mentre riparavo la ruota davanti)... neanche Mastercard può bastare!!! Lunghezza del percorso, circa 16 kilometri da Mandre. Facile.

Giovedì 19
Arrivando dalla terraferma, la collina che sta a sud di Pag, sopra la salina, mostra qualcosa di abbastanza inconsueto: una serie di pale eoliche! Si tratta del campo di Adria Wind Power, con 7 pale eoliche bianche che fanno bella mostra di sè (a chi piacciono ovviamente). Parto per arrivare a Pag in macchina, perchè ho già visto che il trasferimento su asfalto fino in città è noioso e l'ho già percorso. A Pag fatico un po' a trovare la strada che conduce al campo eolico, Lascio la macchina al porto nella parte verso nord, in zona non soggetta a disco orario e attendo che un'agenzia turistica apra: mi faccio dare le informazioni necessarie e parto. Lungo la strada che corre alle spalle della città bisogna cercare la deviazione che conduce al cimitero e da lì seguire la strada in terra battuta e in cemento nei tratti ripidi, che sale verso il ripetitore della tv. Il deserto è, come al solito, totale, eccezion fatta per una ragazza che faceva jogging incontrata all'inizio della salita. Anche durante la salita il panorama è interessante, con la scarsa vegetazione plasmata dal vento che viene giù dal Velebit. Ogni tanto fra la vegetazione si muove veloce e furtivo qualche coniglio selvatico. Una volta arrivato in cima il panorama cambia: l'assenza totale di vegetazione che non siano bassi cardi e piccoli cuscini di una sorta di erba spinosa fa diventare l'ambiente quasi lunare. L'assenza della vegetazione così come di terra vera e propria, la dice lunga sulla violenza del vento invernale in questa zona. Le rocce taglienti ed appuntite spesso mostrano buchi verticali piccoli e grandi: probabilmente è da lì che l'acqua piovana filtra negli strati sottostanti. Data l'ora calda e l'assenza di alberi, le pecore al pascolo sono tutte concentrate davanti alle griglie di areazione dei piccoli fabbricati ai piedi delle pale eoliche. Al mio passaggio si alzano, si sposano di pochi metri e quando mi sono allontanato ritornano a prendere il fresco. Il percorso in cresta è agevole, su una strada sterrata non particolarmente sconnessa, anche se poco trafficata e per questo spesso irta di cardi. Camminare a piedi al di fuori della strada fa risuonare le pietre con rumore quasi metallico. Sono solo, splendidamente solo. Qualche pala si muove con leggero fruscio. Non riesco a capire con che criterio si azionino e se siano girevoli al seguito del vento. Al termine del percorso sempre in leggera discesa, la strada si biforca: una scende decisamente verso sud, verso lo stabilimento della salina di Pag, l'altra piega verso sud-est, in direzione sconosciuta. Mancano 10 minuti alle 11, non ci penso neanche un secondo ed inseguo la chimera della discesa al mare dal lato dell'isola verso la terraferma! Errore di valutazione: dopo quasi 40 minuti di pedalata arrivo ad un punto morto, dove la strada, oltre ad aver superato un muretto a secco, finisce proprio in niente, una specie di piazzaletto poco evidente. Nel timore neanche troppo dissimulato di perdere l'orientamento in mezzo a tutte quelle pietre uguali, giro la bici, torno sui miei passi e me ne torno indietro e 10 minuti dopo mezzogiorno sono di nuovo al bivio. Imbocco la strada in discesa che mi conduce rapidamente lungo la salina. Strada facendo incontro un paio di ponticelli che permetto l'accesso alle vasche della salina, li oltrepasso e faccio un giro veloce per poi ritornare a Pag. Tornato alla macchina valutato che l'orario non è proibitivo, decido di andare anche a Basaca, verso Rt. Sv. Nikola. Parto su strada asfaltata che esce dall'abitato per diventare sterrata e, naturalmente, deserta. Dopo meno di 3 km la strada finisce definitivamente. Vedo qualcuno che risale la collina a piedi per andare verso il mare lato terraferma, ma decido di non seguirli. Proseguo fino a lasciare la bici poco dopo la strada e percorro un tratto a piedi, poi il fondo diventa irto di pietre taglienti ed aguzze e data l'ora decido di tornare indietro. Mentre arrivo al posto dove ho lasciato la bici, un tale sceso da una macchina appena arrivata mi saluta calorosamente: poichè il mondo è piccolo, si tratta dello slovacco incontrato a Sv. Vid il giorno precedente! Giornata torrida, con l'aggravante di una parte del percorso in zona dove il vento non spirava affatto. Ho adottato una strategia funzionante per limitare l'insolazione della testa: sotto ho indossato il cappello leggero con visiera e sopra il casco in polistirolo. Il primo conteneva il sudore asciugandolo e facendolo evaporare senza colare sugli occhi, il secondo riparava dai raggi del sole lasciando però respirare la testa dalle aperture di areazione. Percorsi circa 27 km in 6 ore circa. Uscita molto interessante. Niente acqua se non in città.

isola Pag
spiagge e baie sull'isola Pag