Ingredinti principali: bicicletta, sole e cicale!
Lascio perdere tutte le cose che potete trovare a piene mani in rete, come località,
superficie, abitanti ecc. e mi concentro su quelle meno note ma più interessanti
...
Nonostante le ricerche in rete nei giorni precedenti partenza,
non sono riuscito a trovare una cartina interessante e ben fatta come quella dello scorso anno a Rab,
tanto meno ho trovato tracce di GPS.
Non mi sono perso d'animo ed una volta giunto a destinazione ho cercato conforto
presso i vari uffici turistici della zona, ma con risultati assai deludenti.
L'unica cartina degna di tale nome è denominata "Isola di Pag, Trekking e Mountain Bike",
nome un pò pomposo per definire una raccolta di 14 percorsi segnati (cartello verde -bike staza-)
spesso, purtroppo, prevalentemente su asfalto.
Naturalmente ne ho fatto tesoro, anche se alla fine i miei percorsi saranno assai differenti.
Le informazioni che ho potuto ricevere tramite gli uffici turistici sono state vicine allo zero:
probabilmente la MTB non ha un grande appeal nella zona, anche se di ciclisti ne ho trovati diversi
(tutti solo su asfalto, tranne una volta). Inoltre quasi tutti i centri, anche piccoli,
hanno un "rent-a-bike" fornito di front e rigide, in prevelenza Giant.
L'isola di Pag, come anche Rab lo scorso anno, è percora da numerosi muretti a secco in pietra:
delimitano appezzamenti di terreno (pietraie) destinati alla pastorizia (pecore)
o, come all'estremo nord-ovest, alla protezione di olivi e piante di fichi.
All'interno dei recinti quasi sempre si trovano piccole greggi di pecore,
a volte di 2-3 pecore, fino ad una decina di animali.
Per ovvi motivi ho evitato accuratamente di entrare, nonostante i cancelli siano
quasi sempre in legno, malconci e semplicemente appoggiati ai muretti in pietra.
Ho evitato altrettanto accuratamente di "assaggiare" i fichi che crescono sulle piante
numerose lungo tutti i percorsi: spesso fanno parte del sostentamento economico
dei locali che li raccolgono e li vendono lungo le strade assieme al formaggio "paski-sir"
all'olio ed al vino locale. Ad ogni modo ogni volta che si attraversa un cancello si deve
avere l'accortezza di richiuderlo. Durante i giri in bici, non ho trovato cani da pastore,
anzi non ho trovato cani in genere, se non quelli da compagnia dei turisti.
Probabilmente un cane è un "lusso" che non tutti si possono permettere.
Lungo i recinti spesso si trovano quelli che io ho battezzato come "muro doble":
sono delle stradine interpoderali, in genere percorribili agilmente, spesso pulite,
a volte asfaltate, altre volte solo sterrate e sconnesse, percorribili spingendo la bici,
pettinati dai rovi e dalle piante "tipo robinia" dalle spine lunghe,
così lunghe e dure che un paio di volte me le sono conficcate nelle braccia con dolore lancinante!
Un peccato non trovare i percorsi puliti e ben transitabili.
Io ne ho percorsi molti raggiungendo spesso il mare, a volte in maniera inaspettata.
Il consiglio è il solito: ogni volta che si trova un sentiero, imboccatelo, al massimo si torna indietro.
A differenza dell'isola di Rab, pochi sono i percorsi ad anello, per cui spesso dalla
strada asfaltata che corre discosta dal mare si scende ma poi bisogna risalire.
Spesso le abitazioni hanno un doppio cancello, sia verso la strada che verso il mare,
quando è così drizzate le orecchie ed aguzzate gli occhi: vuol dire che a mare esiste
un percorso che corre lungo la costa: bisogna solo trovare l'ingresso!
Una differenza si nota fra i muri dell'isola e quelli della zona nord, verso Lun:
i primi hanno uno spessore di 30-40 cm mentre i secondi hanno uno spessore che arriva a 80-100 cm!
Le strade asfaltate hanno un buon fondo, ma come tutte le strade asfaltate sono di una noia mortale,
il traffico modesto le rende agevolmente percorribili (eccetto nei fine settimana per il cambio dei turisti), ma la vegetazione scarsa e bassa le rende particolarmente calde, specie nelle ore centrali della giornata.
Le fontane sono poche se non addirittura assenti: l'unica che ho trovato sta nel centro del paese di Metajna.
In compenso basta chiedere "voda" in una casa qualsiasi che si può riempire la borraccia.
Nei bar, volentieri chiedono se si vuole aggiungere ghiaccio.
Certo, il rischio che vi appioppino un abbonamento telefonico non è da sottovalutare... ma non ci sono alternative!!
Le strade sterrate sono quasi sempre in buone condizioni, con fondo sassoso, a volte compatto
a volte smosso, quasi sempre pulito. Come già accennato i sentieri sono spesso costellati di sassi di tutte le dimensioni.
Grande giovamento ho provato grazie alla full di quest'anno.
Obbligatorio, oltre al solito corredo per la riparazione delle forature, anche la dotazione di un copertone di riserva.
Le strade ed i sentieri meno battuti sono costellati di cardi e di rovi per cui il rischio di bucare è molto elevato.
Io quest'anno sono riuscito a bucare solo due volte, ma il copertone anteriore ha un bel taglio e mi toccherà cambiarlo.
Le pietre che costituiscono buna parte dei fuoristrada mangiano abbondantemente i copertoni.
I percorsi sterrati e l'ambiente leggermente salino dell'aria marina consigliano di portarsi dietro un pò di "officina" per le varie riparazioni e lubrificazioni del caso.
Come lo scorso anno non ho trovato in giro negozi di biciclette ed i noleggiatori mi pare che non facciano manutenzioni.
La casa in cui sono stato stava a Mandre, un paesino di qualche centinaio di case sul mare a sud-ovest, in posizione abbastanza baricentrica ed equidistante da Pag e Novalja, le due facce dell'isola.
Storica, interessante e tranquilla la prima, tanto quanto chiassosa e meno interessante (per me) la seconda.
Io sono sempre uscito la mattina, prima delle 8, sosta al negozio per un "krapfen",
poi pedalate e foto fino verso le due o le tre, giusto in tempo per tornare a casa a mangiare
e fare un bel riposino pomeridiano seguito da un bagno ristoratore.
A causa delle temperature alte e della quasi totale assenza di alberi lungo i percorsi, si suda molto.
Occorre tenerne conto nel conto dell'acqua che ci si porta dietro.
In queste condizioni io arrivo a bere quasi un litro di acqua ogni ora.
Oltre all'acqua diventano fondamentali i sali perduti che devono essere ricostituiti.
Quindi barrette energetiche e pastiglie di sali vari con un bella cena.
Occorre non farsi ingannare dall'altimetria dell'isola, nè dalle distanze indicate sulle cartine,
che non tengono conto delle deviazioni continue lungo il percorso.
In una giornata di tutto riposo si collezionano diverse centinaia di metri fra salite e discese.
Si parte sempre da 0 quota mare, si sale su una collinetta, poi si scende ad una baia, si risale su un'altra collinetta,
si scende e così via…ci vuole un buon allenamento alla fatica, anche quella mentale
e una buona resistenza alle spine ai rovi, ai sassi, oltre ad un generoso e resistente paio di scarpe.
Ho classificato i percorsi secondo il mio personale punto di vista, che va quindi preso con beneficio di inventario... non fatico per il nulla, ma qualche volta mi imbarco in deviazioni che mi costringono a tornare con le pive nel sacco...