Dieci giorni prima del week-end lungo del 25 aprile 2005 stavo già tenendo d’occhio le previsioni meteo a lungo termine… quasi che il mio interessamento e le mie speranze fossero capaci di modificare gli eventi atmosferici…
D’altra parte dopo una Pasqua bagnata (e freddina), e dopo
tanti giorni di brutto tempo, mi basavo sulla legge dei grandi
numeri: prima o poi il bel tempo sarebbe dovuto arrivare!
Beh, mi sbagliavo. Ma andiamo con ordine.
I giorni tra Pasqua ed il 25 aprile erano stati in buona parte
dedicati (oltre che al lavoro…) ed allo scrutamento del cielo,
alla preparazione della Land Rover e all’acquisto “on-line” delle
attrezzature mancanti, per fare un super fine settimana: nuovo sacco
a pelo matrimoniale (il mio è momentaneamente in Turchia…,
restava solo quello di Antonela), nuova cella peltier per il frigo a
12V, nuova camicia “explorer” con logo “Istrialand.org”, 2 griglie
portatili “monouso” ecc ecc.
Inoltre c’era un’altra importante novità: un cliente “importante”
da Milano sarebbe venuto a farsi portare in giro per l’Istria e/o
la Dalmazia! Il primo cliente di Istrialand ! Beh… non proprio
il primo… il primo sarebbe il mio amico Diego, che ha “acquistato”
un tot di giorni di affitto della casa a Buje pagandomi con la
preparazione del sito. Dopo le prime e-mail
di contatto con il cliente di Milano (che anzi erano 2) pareva
che tutto filasse… ma poi con l’avvicinarsi del giorno di inizio
del tour, dalle email e dalle telefonate scambiate, vidi
progressivamente sfumare le probabilità che l’incontro si
materializzasse veramente.
Perché l’ho definito un cliente importante? Beh… la storia è questa: egli sarebbe venuto in veste di test-driver, guidando non il suo solito 4x4 ma un mezzo nuovo di zecca, procuratogli direttamente dall’importatore italiano di una famosa marca di fuoristrada. Egli (il test-driver) sarebbe venuto insieme ad un giornalista-fotografo e da questo giro sarebbe poi nato un articolo, su un’importante rivista italiana di 4x4, riguardante la vettura e – immagino – sui bei luoghi attraversati. Vi rendete conto? Magari in qualche foto dietro al “mostro” si sarebbe visto il vecchio Land Rover 90 e magari Antonela… e forse avrebbero parlato dell’Istria e… di Istrialand nell’articolo! Che mito! Non mi pareva vero.
22 aprile
Ok, come vi dicevo più si avvicinava il giorno più la situazione si
faceva incerta, tanto che la risposta definitiva l’avrei avuta
il giorno stesso… in cui avremmo dovuto partire. Siamo quindi a
venerdì mattina, 22 aprile. Il tempo è bello… ma le previsioni
dicono che lunedì 25 sarà brutto… tutto si gioca sul filo delle
ore rubate alla pioggia. Ma non solo. Mi telefona il mio prof.:
lunedì 25 è opportuno che vada a svolgere del lavoro arretrato
all’Università. Terminata la chiamata vedo sul display che un altro
numero mi ha chiamato. Mi richiama: sono i clienti milanesi.
Complice un’assenza di segnale (sul mio gsm) un paio d’ore prima,
mi riescono a chiamare solo ora.
Sono già il Slovenia, il nostro incontro a Duino
(progettato a prescindere dalla decisione se trascorrere
insieme il w-e) è saltato, e così il progetto di cui vi parlavo.
Andranno da soli.
Beh… in tre minuti e mezzo il panorama del mio w-e lungo si modifica
di 180 gradi. Niente clienti, lunedì al lavoro (richiamo il prof. e
gli confermo la mia disponibilità essendo… “disoccupato” e libero
da impegni) ed i nostri amici col la Jeep che decidono di optare per
una più salutista meta a base di camminate in montagna.
Quello che si rivela essere una costante è: il tempo incerto ed il
fatto che io ed Anto partiremo soli.
La sera di venerdì do una occhiata al sito da cui traggo buona parte
delle ispirazioni per i viaggi fuori dall’Istria, e mi rinfresco la
memoria sulle zone più interessanti di Cherso. L’amico Loris viene
gentilmente ad aiutarci a montare sulla Land l’air camping, mentre
io nel pomeriggio ho già sistemato nell’auto i cassoni con attrezzi,
cucina da campo, cambusa, frigorifero e la mia novissima tanica
d’acqua con rubinetto custom-made di cui vado molto fiero.
23 aprile
La mattina svolgiamo le solite faccende domestiche. Il tempo è
bello (incredibile… quanto durerà?).
Partiamo alle 11:15, il contakm della Land segna 528.185 km, ossia
il km. 0 di questo nostro w-e solitario.
H. 12:15, dopo un’ora di viaggio e solo 32 km percorsi nel traffico,
siamo in fila al confine I-SLO di Rabuiese.
H. 12:45, km 48. Riempiamo il serbatoio ed acquistiamo una carta
1:100.000 delle isole di Cherso e Lussino. Carta che,
miracolosamente, appena la tocchi si rompe presso le piegature.
Mi viene in mente il mio amico Pisolo, cui una carta durerebbe
20 anni, aprendola e chiudendola ogni giorno.
H. 13:15, scalo tecnico presso la nostra casa di Buie, per
pranzare e per mettere un po’ a posto la casa medesima dopo
tante settimane di assenza. Il tempo è bello, ma soffia un
venticello un po’ troppo fresco, per i miei gusti e per il mio
desiderio d’estate… o se non altro di una primavera piacevole.
Dopo poco più di un’ora dall’arrivo a Buie ripartiamo alla volta
di Brestova (imbarco del traghetto).
H. 15:30. Dalla strada statale avvistiamo in lontananza la bella
chiesetta di Skopljak, alla quale si arriva percorrendo un bel
sterrato panoramico. La tentazione è troppo forte… ed il desiderio
di cercare sempre nuovi itinerari per i futuri “clienti”: lasciamo
l’asfalto e ci mettiamo alla ricerca del modo di arrivare alla
chiesetta. Non riusciamo a trovare l’imbocco diretto dello sterrato,
allora facciamo un giro un po’ più lungo, arriviamo alla chiesetta
da una strada per la maggior parte asfaltata (sigh).
L’ultimo tratto è comunque “naturale” e
spettacolare (H. 16:45, km 133).
A questo punto imbocchiamo il misterioso sterrato e vediamo dove
ci porta. Percorrerlo è molto piacevole, nonostante il tempo sia
sempre più nuvoloso e freddo. Capiamo che come a Pasqua questo
mini-viaggio sarà lontano dai nostri desideri di estate. Percorso
lo sterrato, sbuchiamo sull’asfalto, poco prima dell’imbocco
dell’altra strada che ci aveva tratto in inganno. Ecco una foto
del percorso che porta alla Chiesa.
Per chi possiede un gps cartografico il discorso è questo:
il gps segnala una piccola strada sterrata che lascia la
principale, solo che nella realtà c’è un errore di qualche
decina di metri (forse un centinaio)… e l’errore vi porta proprio
ad un secondo bivio (NON presente sul gps), che – ironia della
sorte – è più importante del precedente che passa del tutto
inosservato. In altre parole… se seguite il gps vi trovate
presso una diramazione sbagliata, quella giusta è poco più in
là ma non la notate nemmeno. Ci si accorge dell’errore poi,
perché la traccia del gps NON corrisponde alla traccia che state
seguendo (in quella zona ci sono varie varianti – scusate il
gioco di parole – non segnalate dal gps).
H. 17:40, km 166. Arriviamo al traghetto, compriamo il biglietto
(97 kune per 1 auto + 2 persone, circa 14 euro in tutto). Il tempo
è sempre nuvoloso e fresco, sigh. Apriamo la carta delle isola
1:100.000 e decidiamo (guarda caso) di cercare uno sbocco al
mare tramite sterrato, sulla costa est dell’isola di Cherso.
Passiamo per il paese di Cherso alle 18:45, fa piuttosto freddo.
Non finiamo di parcheggiare che un tipo in bici che gironzola con
nonchalance tra le auto dei pochi turisti, ci chiede se abbiamo
bisogno di una stanza. Antonela gli dice di no e gli spiega che
giriamo con la casa sul tetto… come le lumache. Km. 199.
Proviamo a scendere presso Orlec (leggasi Orlez), simpatico
paesetto privo totalmente di turismo. Incrociamo le donne
che escono dalla Chiesa: per età e per modo di vestire ci pare
di trovarci chissà dove nello spazio e nel tempo…
Andiamo a Belej, e proviamo a scendere al mare da lì (bivio presso
chiesetta sulla strada). Una stradina stretta e ripida scende fino
al piccolo porticciolo di Koromacno. Anche qui a metà strada
c’è il “famigerato” cartello di Parco Naturale, ma niente sbarre
o cartelli di divieto d’accesso. E’ possibile procedere ma è
vietato lasciare la strada e girare anche a piedi nel Parco senza
una guida.
Scendiamo presso il porticciolo alla fine della strada, sistemiamo
il campo e alle 20:30 siamo pronti per preparare la cena. Km. 233,
siamo partiti quasi 10 ora fa da Duino!
Io mi occupo di aprire l’air-camping, tiro fuori la bombola,
tubo del gas e fornello. Inauguriamo la tanica con rubinetto.
Il frigo ha funzionato alla perfezione (così anche la doppia
batteria, altra innovazione per questo viaggio). Mentre Antonela
prepara dell’ottima carne io mi diletto a restaurare una vecchia
lampada ad aggancio magnetico che trasformo in una “applique” da
applicare vicino al fornello, e poi in tenda.
Dopo la cena uno spettacolo che è una delle (poche, relativamente)
cose molto positive di questo viaggio tra vento e nuvole e (vedremo)
pioggia. Dicevo… dopo cena il vento proveniente da ovest (?) cala
improvvisamente, e le nuvole si aprono, lasciando intravedere prima
alcune stelle, e poi una luna piena che fa una luce incredibile.
In questa baia infatti non c’è alcuna luce artificiale e l’oscurità
è totale. Dopo che i nostri occhi si abituano, pare quasi sia giorno…
tutte le cose proiettano un’ombra così netta che è impressionante…
e le zone prive d’ombre sono illuminate veramente “a giorno”, ma
coi colori freddi della luna. Impressionante.
Ma la quiete dura poco. Di notte si alza lo scirocco, e inizia
a piovere. La tenda sbatte ed è difficile dormire, sebbene il super
sacco a pelo matrimoniale sia 100x più comodo dei sacchi a palo
singoli o di quelli unibili (è molto più largo e non ha forma a
“mummia” ma è come una vero piumino matrimoniale da “casa”). Di
colpo, in piena notte, sentiamo che qualcuno chiude di scatto la
portiera della Land Rover su cui dormiamo. Momento di panico…
scendo a vedere, non c’è nessuno. Per prudenza scendo con la MagLite
lunga 60cm e pesante 4 kg. Poi capisco: la “persona” che ha chiuso
la porta è il sig. Scirocco, che soffia sempre più forte e per
giunta freddo!
Il mio amico Loris (e non solo lui) si starà domandando perché
diavolo dormissimo con una porta spalancata. Il fatto è che Biba
e Neri (i nostri due cagnolini) dormivano in auto e la porta aperta
serviva loro… se dovevano andare in bagno.
Ci riassopiamo dopo il “colpo” della porta (poi fissata con
un elastico) ma prima dell’alba il primo dei pescatori, e
poi i seguenti, fanno di tutto per far diventare veramente
“bianca” una notte che era quasi bianca già di per se, tra la tenda
sbattuta dal vento e le porte fantasma.
La mattina ci alziamo, stanchi, e una volta usciti dalla tenda ci
accoglie il solito vento ed una temperatura di 12 °C, il che non
alza di certo il morale. Tutto è bagnato dalla pioggia e il cielo
minaccia il bis. Per fortuna la mia arma segreta (come per Braccio
di ferro gli spinaci) mi da forza e coraggio*… un’altra giornata
alla guida della Land Rover ci aspetta!
* Iperpiper capirà, per gli altri metto la foto…
Alle 10:30 partiamo, lasciandoci alle spalle la bella baia di Koromacno.
Torniamo verso Orlec. A mezzogiorno, sotto una lieve pioggerella,
abbiamo finito di raccogliere asparagi selvatici (Antonela) e
di smontare pezzi da una Renault4 di almeno 30 anni fa trovata
abbandonata ai margini del bosco. Alle 12:30 siamo a Lubenice
(mi pare abbiamo asfaltato – sigh – una parte di strada una
volta sterrata) sotto un temporale, con tuoni, fulmini e vento
forte. Non usciamo nemmeno dall’auto, invertiamo la rotta e torniamo
verso il paese Cherso.
Si pone il problema del dove pranzare… inoltre un altro “tarlo”
fuoristradistico si è già annidato in noi: tornando da Lubenice si
vede, in lontananza, un lungo e bellissimo sterrato a mezza costa.
Dove diavolo lo si potrà prendere? Sarà permesso? Troviamo presso
Cherso una tettoia, posteggiamo la Land e mettiamo su il campo per
il pranzo. Il morale non è al top: fa sempre freddo, piove e c’è un
malefico vento fastidioso. Mangiamo, è l’una e mezza. Quando
finiamo di mangiare finisce anche di piovere (guarda caso).
Grazie all’intuizione di Antonela (veramente brava) troviamo
l’imbocco dello sterrato… in un punto in cui mi sarei aspettato
di tutto meno che l’imbocco medesimo. Grazie (1000!) a questa
intuizione (a futuro beneficio dei clienti Istrialand!) aggiungiamo
al nostro w-e quel “valore aggiunto” che fa passare da negativo a
positivo il saldo totale di tanta fatica e tanti km, e tanta fredda
umidità!
Percorriamo almeno 12 km di sterrato, forse di più, splendido! Anche
il tempo migliora un po’. Antonela si diverte (??) a guidare la
Land avanti e indietro mentre io mi sbizzarrisco a farle dei
filmati con la macchina fotografica digitale. La cosa più
divertente è posizionare la macchina a terra, azionare il pulsante
“rec” e scansarsi prima che arrivi Anto alla guida della Land,
lasciare la macchina fotografica a terra in modo che l’auto ci
passi “sopra” facendo un filmato ad effetto. Per fortuna Anto ha
buona mira e non ha schiacciato la macchina fotografica
medesima hehehe!
Finalmente dopo questo lungo sterrato siamo contenti
(almeno io… ma anche il morale di Antonela è stato
sempre alto, nonostante la fatica ed il poco sonno,
veramente instancabile). Alle 16 (Km. 320) ci fermiamo al
bivio per Beli a raccogliere un po’ di salvia. A questo punto
Antonela lascia i comandi della Land e mi rimetto io alla guida.
Facciamo merenda, e questo ci fa perdere il traghetto,
sigh (pensavo andassero avanti e indietro in continuo, invece
partono ogni ora). Alle 16:15 arriviamo al traghetto, alle 17
partiamo e alle 17:25 sbarchiamo. C’è traffico, ed un deficiente
poche auto davanti a noi che con un “van” guida a 50 km/h fino a
Fiume, un incubo.
Alle 18:30 raggiungiamo il confine HR-SLO, km 395.
Alle 19:05 raggiungiamo il confine SLO-I, km. 425.
Alle 19:35 siamo a casa a Duino, km. 460. Il gatto Franch è sul
cancello ad aspettarci, con aria affamata.
Anche questa è fatta.
Ah… la Land Rover si è comportata egregiamente… mi spiace per
i detrattori del “marchio” :-)... ciao!
Francesco e Antonela gestiscono un sito sui viaggi e percorsi "off road" in Istria - IstriaLand