Croazia Info di Branko e Nicoletta
Croazia km per km alla Kerouac...
Croazia Croazia

... L'Italia sembra corta, forse lo è se si parte dal centro.
Io e Marko cercavamo da subito una poltrona dove dormire, ma come detto il treno era pieno di gente che stava andando in vacanza ma eravamo certi che nessuno di loro stava intraprendendo una esperienza come la nostra.

Alessandro - seawineredsky AT hotmail.com - estate 2002
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Con la stessa poesia, con la stessa spiritualità, cosicchè decidemmo di chiamare la nostra futura esperienza "Kerouac's Fashion". E' molto difficile spiegare questo, soprattutto ora nel ventunesimo secolo, dopo che ormai si è sperimentato tutto, ma è un discorso senza fine, non lo comincerò affatto.
Ad un certo punto della notte, a Venezia, siamo dovuti scendere dal nostro vagone e entrare in un altro perchè era in programma uno smistamento, una parte del treno proseguiva per Bolzano e l'altra, quella giusta, la nostra per Trieste. Così ci siamo inscatolati sempre nell'area-toilette con un gruppo di ragazzi pugliesi che naturalmente parlavano ad alta voce nel loro dialetto incomprensibile e a quell'ora anche piuttosto fastidioso, ma a me non importava molto perchè percepivo la loro allegra eccitazione da vacanza di gruppo. Accanto a me e Marko(successivamente battezzato Marçao) c'era un ragazzo sloveno che faceva il camionista in Romagna e abbiamo parlato anche con lui, non ricordo di cosa, perchè io subito sono riuscito ad addormentarmi sugli scalini. Ad un paio d'ore dal nostro arrivo a Trieste, Marko mi ha svegliato perchè si era liberato uno scompartimento. Così finalmente seduti in un giaciglio morbido ci siamo assopiti immediatamente.
TRIESTE MATTINO DI SOLE
Eccoci a Trieste, la stazione doveva essere piuttosto centrale. O anche Trieste mi è sembrata piccola. Il mattino aveva subito l'oro in bocca, il sole già alto sulle nostre teste. Camminiamo con i nostri fagotti sulle spalle, io avevo quello più pesante, perchè avevo con me anche degli oggetti che avrei potuto far portare ai miei (i quali erano partiti con la loro grande automobile pochi giorni prima). Dopo qualche centinaio di metri, sostammo su una panchina sul porto per fare colazione. Approfittando della sosta, fermai un signore di mezza età che mi da' delle informazioni di come raggiungere il confine con la Slovenia, che distava 15 km(...). Naturalmente faceva caldo, così ci incamminiamo verso il confine, mettendo distrattamente il pollice per trovare qualche anima buona croata che ci portasse a destinazione, ma non abbiamo successo. Così usciamo da Trieste, e attraversiamo anche l'area industriale, ma lì constatiamo che inizia una sorta di autostrada in cui vediamo l'impossibilità di proseguire e tentare l'autostop. Da qui inizia il "Business Class Time", ovvero chiamiamo un taxi col mio cellulare che ci porterà fino al confine, ed anche ad un prezzo modico, beh tanto meglio. Lunga, lunghissima fila di auto, e camper pieni di turisti camminano a passo di lumaca alla nostra sinistra verso la Slovenia, noi a piedi sorridiamo gaudenti e tutti ci guardano, noi ammiriamo il verde tutto intorno a noi e passiamo il confine italiano. Entriamo nella zona di nessuno, ovvero quei 400 m tra una nazione e l'altra e compriamo dei rullini e delle bibite nel DutyFree. Il doganiere sloveno si mostra subito sgorbutico (ma io non avevo dubbi a proposito, visto mie precedenti esperienze) e ci chiede quanti soldi abbiamo a muso molto brutto, come deve essere il suo vivere suppongo. Incontriamo una tavola calda subito dopo il confine, in cui c'è una Golf targata Pula, e Marko entra dentro per cercare il tipo e chiedergli un passaggio, ma del tipo nessuna traccia. Così proseguiamo a piedi per le colline slovene, così verdi piene di uliveti, e lì Marko fa varie foto, e si sente libero.    

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QUATTRO CALCI NELLO "STADIO" Camminando più o meno velocemente verso la nostra Croazia, tra curve assassine e strade di montagna entriamo in un paesino sloveno. Io sono davanti a Marko di qualche metro, così mi accorgo di un campo di calcio nascosto dietro una piazzetta alberata, mi direggo lì, e Marko sembra non capire le mie intenzioni. Entro nel campetto, naturalmente essendo nei Balcani, è fatto di cemento sbuccia ginocchia, con le panchine, una "tribuna", dei riflettori (funzioneranno?mmm...). Ma sorpresa, c'è anche una specie di pallone, cosicchè sotto il sol-leone d'Agosto, sudati gìà di per sè, ci mettiamo a correre dietro la palla come dei bambini e continuiamo a sudare, provando tiri, triangolazioni, situazioni di gioco in vista dell'altro grande evento della nostra vacanza, il torneo di Zablace. Un vecchietto si ferma a guardarci appoggiato ad una ringhiera, e se fosse per Marko sarebbe rimasto là ancora una altra ora. Continuiamo il nostro cammino, ci hanno detto che siamo a 2 km dal mare, cosicchè ci prefiggiamo un salto nel blu e una tranquillo avvicinamento attraverso la costa. Sempre sulla nostra sinistra fila di auto di tedeschi, cechi, italiani che ci guardano sorpresi, esterefatti. Troviamo finalmente una piazzola dove si puo' ipotizzare un hitch-hiking. Ma, incredibilmente dopo una ventina di minuti, mentre siamo sempre più schiacciati dal sole, si ferma un Mercedes Old-Style, un Taxi....
TAXI-DRIVER PER TUTTE LE STAGIONI
Secondo taxi della serie. Il Mercedes come detto è antico, l'uomo si chiama Albin, avrà sopra i 50 anni, e grasso, suda, ed ha una camicia hawaiiana come nei film e parla italiano, anzi parla un dialetto nordico, non so se sia friuliano o veneto. Io e Marko, inizialmente, gli nascondiamo che sappiamo parlare croato. Io sto davanti e ci dice che per arrivare in Croazia, a Umag sono 25 km! Ci fa un prezzo ragionevole, e io subito da ragazzo della strada intraprendo la conversazione col tipo. C'è un traffico incredibile sulla strada, centinaia di automobile che vanno verso il mare. Un vigile all'incrocio ci fa stare al semaforo per una decina di minuti. Albin ci racconta di come il suo impianto di aria condizionata si sia rotto proprio durante il weekend (quando c'è più lavoro), e di come abbia tentato inutilmente di persuadere il meccanico dell'officina di riparare il guasto anche pagandogli il doppio di quanto dovuto. E ce lo dice almeno 5 volte... Ma è un uomo bonario e io e il mio compagno di viaggio siamo molto divertiti anche perchè durante il tragitto verso il confine croato, in autostrada accortosi del grande traffico che ci si sta presentando davanti gli occhi decide di fare retromarcia (!!!)e di imboccare una stradina provinciale che non conosce nessuno che porta lo stesso in Croazia. Albin è di Izola, e ci racconta anche di quella volta che accompagnò una signora da Izola fino a Sibenik!! La signora si trovava lì perchè il marito si imbarcava e così chiese ad Albin questa cortesia (retribuita,ovvio), e lui si fermò a Sibenik a casa di lei per 5 giorni,tutto pagato, tiene a precisare. Io avevo in mente di chiedergli se c'era stato anche qualcosa di sessuale tra loro, ma mi persuasi. Poco dopo gli dissimo che parlavamo in croato e allora il dialogo era 50 e 50 italiano e croato, la nostra strada era libera e veloce, e lui continuava a ripeterci come la polizia avrebbe dovuto avvisare i turisti di quel percorso alternativo per evitare le code chilometriche che ci erano parallele ad una distanza di 2 km sulla sinistra. Entriamo in Croazia, col suo taxi, con lui che fa un cenno ai doganieri che non ci controllano nemmeno un attimo. Ci dice che ormai lui fa questo lavoro da ben 28 anni e conosce tutti i doganieri, tutti i gendarmi del posto. Passati una quarantina di minuti nel Mercedes, fumando sigarette e chiaccherando di turismo e quant'alro arriviamo a Umag, la prima tappa. Decidiamo di prendere un caffè al bar col primo Personaggio del nostro Viaggio. Ci sediamo in un tavolino nel pieno centro della pittoresca Umag, con Albin che prende un caffè, io una Birra Media e Marko un succo di frutta. Parliamo ancora per una mezz'ora col nostro amicone, e poi lo saldiamo lì, con soldi per tutto il tavolo. Soldi di varia generalità. Euro, Tollari Sloveni e infine 2 dollari americani, uno a testa. Ci salutiamo divertiti e Albin ci lascia il suo biglietto da visita per chissà quando e quale altra circostanza.

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UMAG-OH!! L'aria era turistica,e fresca,il profumo dell'estate tutta intorno a noi.Grande pulizia per le strade e attenzione ai particolari,questa la mia prima impressione dell'Istria, indicazioni scritte in croato ed in italiano.Eventi passati prossimi e futuri su manifesti,di concerti di Zucchero,Simple Minds,Iggy Pop e anche dell'evento giovanile dell'estate,il ValkanaBeachFestival a Pula di lì a qualche giorno dopo. Entriamo nell'agenzia per accomodazioni(italianizzo il termine accomodations)e subito ci trovano una stanza doppia in un appartamento.5 minuti dopo arriva il tizio molto positivo che con il suo Kombi(furgoncino,non è il termine specifico)ci porta nel nostro sito.Una bella stanza soleggiata con lettone,lettino,armadio,abat-jour ,comodini e tutto il necessario. Ci infiliamo il costume,prendiamo gli asciugamani e ci dirigiamo verso la spiaggia,non prima però di aver trovato un posto dove pranzare. Optiamo per una tavola calda sul mare,con una cameriera che a prima impressione mi pareva carina,non fosse per gli occhi color cielo e per la sua carnagione chiara,ma subito dopo mi accorgo e parlandoci vedo in lei la sua estate di lavoro incessante,tutti i giorni e la vedo piuttosto spenta,dal suo tran-tran a servire mentre noi turisti con camicie color sole ordiniamo i nostri pasti e le nostre bibite fresche.Non ci sa neanche dire dove andare a divertirci la sera perchè lei non è del posto e d'altronde sta sempre lì a spingere piatti e bicchieri. Spiaggia di Umag.Siamo in Croazia,dunque cemento e niente sabbia.Lunga distesa di asciugamani,occhiali da sole,bambini,anziani,ragazzi,ragazze,docce, bancarelle e bar. Feci un tuffo,il primo della mia estate e così pure Marko,l'acqua era celeste,ma dava anche un po' sul verde,non foss'altro perchè sul fondo c'erano quegli strani cespugli di erba marina fastidiosi al tatto,no quel mare non ha riscosso in me una favorevole impressione. Mi sdraiai sul cemento,e mi assopii un paio d'ore.Intorno a me un migliaio di persone io non avevo pensieri,e mi svegliai tranquillamente,mi alzai e vidi Marko ad una decina di metri che palleggiava con un bambino e mi unii a loro.Marko aveva familiarizzato con i proprietari del pallone dei signori sulla mezza età e disse loro che io giocavo nelle giovanili della Roma e io cercavo di impressionarli con dei tocchi da brasiliano;la tendenza naturale di Marko di prendere in giro la gente con ironia,a volte il suo atteggiamento si rivelava molto evidente e intuibile agli occhi dei diretti interessati, ma a me questo va bene.E' OK. Quando il sole era già più basso ce ne andammo dalla spiaggia diretti verso il centro del villaggio Umag.I marciapiedi erano larghissimi,costeggiano il mare,la banchina esageratamente immensa,e abbiamo avuto subito la sensazione di come quella passeggiata fosse così dispersiva per quel posto che non era certo Rio de Janeiro,nel senso che c'era troppo spazio e le persone che ti venivano incontro le vedevi inizialmente come puntini lontani. Il centro,piuttosto,storico di Umag era carinamente pittoresco con una graziosa semplice chiesetta in mezzo ad una piazzetta,dove io e Marko facemmo un po' di foto,credo che qualcuna verrà fuori anche in stile Pink Floyd. Decidemmo di andare a casa,per prepararci per la sera,non prima che Marko prendesse un gelato in un posto dove il tipo gli servì un cono con stile decisamente flair,con tanto di bandierina americana in cima,anche se a prima vista il gelataio aveva scambiato il mio amico per un cittadino di Russia.Niet,at all!!!! Tornammo verso casa,non era proprio al centro ma ad un 1 km di distanza,diverse palazzine con in mezzo un prato verde ben curato,persino un campo da basket in erba. Il nostro soggiorno era in una villetta con orto,cancello e conseguente posto auto. Le abitazioni si distribuivano a schiera una dopo l'altra ed erano piuttosto simili, tanto che noi convinti di essere nel posto giusto entrammo e provammo ad aprire la porta con la chiave che ci era stata data,ma quella non accennava ad aprirsi cosìcchè arrivò un tizio grassotello con la canottiera e noi credemmo fosse il padre del tipo che ci affittava la stanza,invece quello ci guardava in modo sospettoso e alquanto sbigottito. "Hey,qua non apre!"e gli sorrisi in modo complice. Lui non faceva cenni e pareva stesse per esplodere. Marko gli fece"Noi abbiamo affittato qui". "Ma che cosa avete affittato!!!"ci rispose in modo alterato e deciso. A quel punto ci accorgemmo che non era il nostro posto e ce ne andammo,il tipo ci seguiva nervosamente con lo sguardo fino a quando non chiudemmo il suo fottuto cancello alle nostre spalle.La nostra casa era un isolato dopo.
NOTTE ISTRIANA (STELLA MARIS ALCOHOL RIDE)
Attraversata la strada della nostra via,c'era il ristorante che ci aveva consigliato il nostro "albergatore".Decidemmo da subito che sarebbe stata una serata in cui fare baldoria e nuotare nell'alcool.Ordinammo una bottiglia di vino della casa,molto forte di sapore e pesante da mandare giù,e quella sera Marko deve aver scoperto quanto è buono il filetto.Al punto che lo ordinò successivamente in tutti i pasti che abbiamo fatto insieme. Il vino fece effetto già a tavola,scolata la bottiglia,ordinammo degli amari, vodka e poi la cameriera ci offrì della grappa la quale diede un tono decisivo alla nostra sbornia. Lasciato il ristorante,incontriamo 2 belle gentili ragazze che ci consigliano di andare nel complesso turistico Stella Maris.Sabato sera. "Bene"andiamo prima al corso"dissi. Fu lì,che non ricordo come,conosciamo 3 ragazze che parlano italiano,come tutti in Istria e insieme a loro prendiamo questo bus che ci porta a Stella Maris,gratis,non occorre biglietto.Va beh. Le ragazze sono molto giovani ma simpatiche e il viaggio di 10 minuti scorre velocemente. Arrivati a destinazione ci accorgiamo subito che è un posto di euforia giovanile, musica a tutto volume da ogni dove,concerti all'aperto,discoteche,bar in ogni angolo. Fiumi di sorrisi,gel,borsette e bicchieri pieni. Lasciammo queste 3 ragazze ai loro appuntamenti quasi simultaneamente al nostro sbarco dal bus e entravamo in ognuno di questi locali a cercare visi piacevoli.. Marko conosce questa ragazzina mora e se la porta appresso per gran parte della serata,mentre io spiego al barman che cocktail mi deve fare,e per lui è impresa difficile,dato che gli risulta estraneo anche preparare un CubaLibre… Poi,l'amica di Marko opta per fare un giro,e porta anche un'altra sua amica,ma noi le lasciamo perché conosciamo le ragazze più interessanti,almeno dal nostro punto di vista,Iris(la pìù carina che ci lascia il suo numero di telefono)e la sua amica bionda che lavora al banco della frutta. Parliamo con loro un bel po',su una panchina nel parco di Stella Maris,e ci dicono che andranno al ValkanaBeachFestival,l'evento estivo dell'estate istriana.Sono ragazze che vanno ai party,un po' pazze,scapestrate,ma Iris ha un viso molto dolce,grazioso e uno sguardo vivace che brilla ai miei occhi alcoolizzanti.Anche a Marko fa una gran bella impressione.Ci salutiamo,ma a tutti e quattro in quel momento sembra un arrivederci. Torniamo a casa,a piedi nella silenziosa e igienica Umag-o,troviamo una pasticceria aperta e siccome ho fame,Marko scavalca l'abitacolo dove si prendono i gusti per i gelati e ruba per me un paio di ciambelle.E ridendo ad alta voce volgiamo diretti a letto,dove dormiamo comodamente,solo 24 ore prima eravamo sul treno,seduti sugli scalini dell'area-toilette a scolarci lattine di Heineken…

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POLA-PULA, monumenti e geniale multimedialità Partimmo da Umag-o alle 3 del pomeriggio diretti verso Pola-Pula,la stazione dei bus era subito dopo il ristorante della sera prima.Il viaggio durò un paio d'ore,sostammo a Porec,e ci siamo promessi di andarci una prossima volta,sembra un posto che offre di più di Umag-o,almeno a guardarlo da un finestrino. Arrivati a Pula,lasciamo i nostri bagagli al deposito e decidiamo di visitare una delle più belle città croate anche per l'importanza storica e il fascino dei suoi monumenti,delle sue rovine. Adiacente la stazione si trova un parco di rovine romane,con un minuscolo anfiteatro, con museo(in cui non entriamo),tutto rigorosamente in pietra e in legno.C'è anche una fortezza con tanto di cannoni esposti sulle torri di controllo e ponte levatoio. Poi scendiamo per le vie strette e particolari e Marko entra in un bar per una bibita rinfrescante e s'imbatte in un signore che ha fatto la guerra (a cui la guerra ha lasciato qualcosa nel sistema nervoso,ndr)che gli chiede dei soldi,e Marko di fronte alla sua insistenza gli fa tranquillamente e insolentemente. "Come ti posso aiutare?Solo Dio ti puo' aiutare". L'uomo gli grida dietro bestemmie e ingiurie per buoni 5 minuti.Ma noi si va avanti. Foto davanti ad un tipo di Pantheon,e via su in direzione Arena.Io da buon romano,sono abbastanza scettico sulla spettacolarità,abitando a due passi dal Colosseo,ma ovviamente sono curioso di vedere anche questo. Il prezzo,decisamente a portata di tutte le tasche,vale lo spettacolo.Così giriamo intorno,dentro e sotto la famosa Perla di Pula,e mi soffermo a vedere nel sotterraneo gli attrezzi e le anfore che usavano gli antichi romani con tanto di spiegazione in ogni lingua famosa di questo pianeta. Ma,il ricordo che ho di Pula,è la conoscenza di un uomo geniale e del suo geniale progetto. Entriamo in questa galleria d'arte,in cui troviamo anche dei libri e dei vinili di qualsiasi epoca. Il signore che si trova dentro avrà poco più di 40 anni,ma la sua lunga barba da filosofo quale è,potrebbe ingannare.Ci fa vedere questo opuscolo in cui ci spiega che la mini galleria è solo l'inizio del suo Mondo Multimediale dentro la Montagna. Città dentro la Montagna.Scuole di apprendisti scultori e pittori.Bar.Discoteca.Libreria. Tutto dentro la montagna,con tanto di disegni illustrativi e relativa architettura. E per i malati di claustrofobia,un giardino virtuale,con specchi che illudono di avere sopra di sé il cielo. Un progetto già autorizzato dalle teste locali,infatti il tipo fa parte del consiglio comunale,ed è il suo sogno a cui lavora da 12 anni.Ci dice di aver viaggiato in lungo e in largo per l'Europa e di aver fatto conoscenza di "ricchi pazzi",queste le sue specifiche parole. Questo progetto va avanti anche grazie alla sua genialità di scultore e pittore,gli danno un camion di cemento e lui baratta facendo un quadro o rendendo una sua scultura. Marko è letteralmente estasiato,da buon americano aggiungo,e mi ha detto in seguito che in quel momento avrebbe voluto dare tutti i suoi soldi a quell'uomo perché non aveva mai sentito niente di più geniale in vita sua.Anche io,devo ammettere,che è un'idea spaziale e credo che quest'uomo diventerà una figura di spicco nazionale,la sua CittàdentrolaMontagna diverrà luogo di culto e di passaggio obbligatorio,come l'Arena,anche di più.Credo proprio che sarà così. A quel punto,mancava poco più di un'ora alla nostra partenza per Zara e decidemmo di cenare in una terrazza su una piazza oltremodo graziosa al centro di Pula.Si salivano dei scalini,e il luogo pareva piuttosto costoso,ma scoprimmo che non fu affatto così. Marko,naturalmente,prese il filetto; io dilettai il mio stomaco con delle verdure e un frullato. Dieci minuti prima della prevista partenza eravamo alla stazione.Ma il bus era già pieno cosicchè per quella sera non ci saremmo diretti verso la Dalmazia. Next stop: Rijeka(Fiume). Marko,però,doveva pur cominciare il suo show.Si era perso il biglietto dei nostri bagagli e l'uomo stressato perché faceva tutto lui in quel centro di partenze,si alterò all'istante. Il mio amico lo prendeva anche in giro coscientemente e l'uomo non ne voleva sapere di recitare la sua burocrazia. Ci diceva che avrebbe dovuto chiamare la polizia,che se qualcuno avesse trovato il biglietto e reclamato i "nostri" bagagli,lui ne avrebbe dovuto rispondere e così via. "Va bene"disse"vogliamo risolverla alla buona,senza l'intervento della polizia?"ormai sfinito. "Devo riflettere un attimo"fece Marko,come fanno gli americani pienamente coscienti dei loro diritti di cittadini,e mi regalò un sorriso complice,prendendo in giro il ciccione con la camicia bianca. "Ok,possiamo farlo senza la polizia". Il tuttofare ci fece firmare un foglietto da block-notes in cui declinava ogni sua responsabilità e Marko firmò,e poi accanto disegnò uno smile.Il tipo non gradì,ma poi alla fine sorrise,finalmente si era liberato dal ciclone americano.
HOLYDAY NIGHT IN RIJEKA
Ero già passato per Rijeka con l'automobile in uno dei miei numerosi viaggi Roma-Sibenik, ma l'avevo sempre intravista e per giunta solamente la zona industriale,ricca di ciminiere marroni che sputano fumo grigio che fanno da disgustoso contrasto vista la bellezza azzurra del mare sottostante. Alla stazione ci dissero che non c'erano più bus notturni verso Zara,e anche il deposito bagagli era già chiuso.Avevo anche una idea che Rijeka fosse malfamata e frequentata da gente senza Dio,perciò mentre cercavo informazioni in giro dissi a Marko di tenere gli occhi ben aperti ai nostri bagagli.Telefonai al mio amico Keza che abitava lì,ma il suo cellulare era spento.Ma lui,non era nemmeno più lì,lo incontrai a Zablace la sera dopo. Una gentile ragazza di un'edicola mi disse di un albergo economico sulle rive di un fiume che distava ad un quarto d'ora di cammino dalla stazione.Presi i bagagli in spalla, camminammo verso l'hotel dove ci sistemammo subito e uscimmo nella magica notte stellata. Trovammo subito il locale che appagava i nostri gusti da occidentali tutto sommato,una nave che aveva un cocktail bar ben fornito con tanto di pista da ballo e belle avvenenti ragazze. Ci sedemmo ad un tavolino per un dialogo con delle ragazze del posto,noi parlavamo in inglese,e quando si scambiavano qualche confidenza in croato tra loro le capivamo,e si stupivano ma essendo tutti allegri non se la presero,i cocktail erano buoni e la notte passò leggera. Il mattino dopo sulla terrazza dell'albergo guardavamo la gente che sorseggiava lentamente il caffè sotto di noi.Fatta colazione in albergo,andai per un po' sotto il sole piacevole appoggiato alla ringhiera del fiume davanti all'albergo a fare un po' di foto a dei gattini addormentati sotto un alberello alla riva del fiume,con piccioni e gabbiani tutto intorno.Una silenziosa pace urbana. Poi per ingannare l'attesa del bus che partiva di lì ad un paio d'ore,prendemmo un caffè al centro di Rijeka e parlammo di tutte quelle attività adrenaliniche come il budge-jumping,il paracadutismo e dei nostri passati tuffi dalla fortezza di Zablace. Io dissi che era adrenalinico anche rapinare una banca, se tanto mi da' tanto. Facemmo un po' di spesa per il pranzo ad un supermercato e prendemmo il bus per Sibenik.Home. Dal bus ammirai un paesino,che aveva l'aspetto di un tipico paese di montagna,con vie strette,molto arroccato ma ai suoi piedi scoprivi le caratteristiche di un paesino di mare,con una spiaggia molto carina,si trova in una insenatura ad un certo punto della Magistrala(l'autostrada costiera croata),una mezz'ora dopo Rijeka e mi sono promesso di andarci un giorno. Vidi anche una bellissima spiaggia,molto complicato arrivarci,tra pietre,ammassi giganteschi di pietre,veramente primordiale,naturale un celeste limpidissimo,una riserva vergine che sono sicuro troverò prima o poi su qualche depliant turistico. Ma ripeto,deve essere un'impresa riuscire ad arrivarci.Un giorno o l'altro,anche quello è un posto dove appoggiare il culo.Ops. Il racconto proseguirà presto parlando della mia esperienza nel paese natale di mia madre,Zablace, a 7 km da Sibenik,nella Dalmazia Centrale..

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ZABLACE, RAJ, HEAVEN, PARADISO? Arrivati a casa si conclude momentaneamente il nostro periodo "on the road".Ognuno di noi va a cena nella propria abitazione e sembra anche che la vibrazione poetica che avvertivamo fino a quel punto fosse momentaneamente messa in stand-by. Dopo il pasto,mi soffermo un po' nella mia stanza a vedere foto di estati passate e ad esaminare i vari cd,cassette e videocassette che lascio puntualmente in quelle quattro pareti.E' un po' come lasciare sempre una traccia di me stesso anno dopo anno,e una necessità una volta tornato in Italia di rinnovarmi in continuazione,poiché credo fermamente nei cambiamenti……. Mi viene a trovare il mio vecchio amico Ante(il quale era stato in una settimana molto felice lo scorso Febbraio da me a Roma)e ci beviamo innumerevoli Caipirinha che io preparo accuratamente anche se siamo di fronte agli occhi sconcertati dei miei.Dunque, finito questo riscaldamento mi accingo ad affrontare l'enorme folla che mi accoglierà di lì a qualche minuto al locale "cult" del paese:il "Caffè Bar Palma",dove tra l'altro è in programma un concerto acustico dei miei (naturalmente)amici Josko & Toni. Il locale era pieno,la gente sembra molto felice e spensierata per quello che deve essere l'unico evento mondano dell'estate di Zablace. Non sono neanche entrato,che è uno scattare in piedi di tutte quelle facce conosciute che aspettavano il mio ritardo,stavolta più in ritardo del solito.Abbracci e strette di mano si sprecano e persino un bacio confuso con una ragazza con cui ci eravamo lasciati piuttosto bruscamente un anno prima.Saluto i due musicisti e tutti sono contenti di vedermi e anche io certo. Finalmente dopo una mezz'oretta riesco a sedermi accanto alla mia amica Gabriela,la quale è anche lei su di giri,come tutti i presenti,per via dell'alcool.Subito dopo, però,vengo "preso d'assalto"da Zoki e Vice,due ragazzi pieni di vitalità ed estro che brillano di luce propria. Zoki,vive a Zara durante l'anno,frequenta la facoltà di sociologia e quando è a Zablace il suo unico scopo è nuotare nel vino e nella birra,diventando molto divertente e trascinatore di gruppi altrimenti spenti e annoiati. Vice,vive ancora a Zablace ma sta per trasferirsi a Zagabria per una scuola di cinematografia,è un grande appassionato di fotografia,cinema e computer e tutte queste cose gli riescono molto bene.E' un artista come molti nel paese,invaso da un'altissima percentuale di buoni musicisti. Con loro due andiamo a farci una mezza dozzina di drinks in pizzeria,dove saluto ovviamente tutti quanti,e tutti che mi domandano: "Eh,ciao,quando sei arrivato?" "Tu,quando sei mai arrivato?!"faccio io,ormai esausto di rispondere a questa ovvia domanda.
IL MIO SHOW(SECONDO MARIACHI)
Sempre descrivendo la mia prima sera,ce ne andiamo poi con due macchine piene di ubriaconi e ubriacone nella vicina discoteca al villaggio turistico Solaris. Entriamo dentro e vorremmo ordinare da bere,ma non c'è nessuno dietro al bancone. Io,essendo barman,scavalco l'ostacolo e mi metto a dare ai miei amici i drinks che desiderano.
"Cosa fai qui???!!!"mi fa il signorotto di mezz'età.
"I'm a Barman"gli rispondo secco.
"Chi paga questa roba?"
Il seguito non saprei descriverlo,ci sono varie versioni da parte delle persone presenti allo spettacolo. Secondo il mio vero amico Mariachi,i drinks che avevo preparato sono stati tutti rimessi a posto nelle loro terre d'origine.Io non ci giurerei,comunque,Mariachi prima che io partissi in Italia mi ha detto che è stato il momento più esilarante di quest'estate.
EL NINHO A ZABLACE(TORNADO)
Primo giorno a Zablace,nel senso prima mattina e primo pomeriggio.Grande maltempo,di fare un tuffo non se parla,così faccio un giro per vedere che pensieri ispirano le teste dei miei amici. Sono lì,alla caserma dei pompieri,quando si alza un vento fortissimo che fa saltare in aria le pietre dalla terra,foglie e polvere attaccano gli occhi di noi tutti,mentre Marko(ora Marçao)è al campo di calcetto a tirare calci insieme a dei tedeschi impauriti dal Ninho(…).Le porte vengono addirittura spostate dal tornado(…)e attraversano la metà campo scivolando sul manto cementato. I poveri campeggiatori vedono le proprie tende correre via,chissà che sbattimento poi a rimontare tutto da capo,ma è una esperienza da ricordare anche questa.Contro la Natura e i suoi capricci,l'Uomo ha ben poco da opporre… I successivi giorni al Paese sono caratterizzati dal maltempo,tant'è che prima della mia successiva partenza per l'isola di Brac non riesco mai a bagnarmi nel mare di "casa mia".
9 RIGORI,1 GOL!
Io e Marko ci troviamo a Zablace,quasi esclusivamente perché dobbiamo giocare un torneo di calcetto,il tradizionale "Memorial Johnny Sestan". Da 3 anni ne parliamo di giocare insieme e finalmente questa volta il progetto si concretizza.Le mattine precedenti il nostro incontro raduno alcuni ragazzi della squadra per degli allenamenti preparatori e per accertarmi delle capacità di ognuno. Corse,scatti e schemi sotto la luce del sole ma arrivati al giorno della partita mi trovo davanti quelli che saranno i titolari della squadra,per la prima volta.Abbiamo di fronte la formazione del "Barotana" che è una seria candidata a vincere il titolo e per noi,che giochiamo e ci vediamo per la prima volta,sembra il Real Madrid. Ma,non è così,troviamo subito una grande unione e una grande volontà da parte di tutti e con grinta e decisione chiudiamo il primo tempo in parità.(0-0) Anche nel secondo tempo,i nostri avversari cercano di chiuderci nella nostra metà campo,ma noi rispondiamo colpo su colpo,anche se la precisione difetta nei piedi dei miei compagni.Infatti,scopro che è una squadra piena di ottimi difensori ma di mettere la palla a terra e di saltare l'uomo in dribbling non se ne parla.Così,comunque con grande soddisfazione,viste le premesse,si arriva ai calci di rigore.La folla comunque ci applaude e io vado a raccogliere il saluto dei miei tifosi-amici. C'è da decidere i tiratori,scelgo gente che mi sembra fredda e distaccata.Poi Ante e MarioCirbula mi hanno detto che si sentivano pronti,ma lì per lì non si fecero avanti. Io li avrei messi a tirare se si fossero presentati,perché si sarebbero presi una bella grossa responsabilità.Ma,si sa,nel calcio parlare a posteriori è un esercizio molto troppo facile. Il primo rigore nostro viene parato,il loro invece è gol,successivamente tutti i rigori che vengono calciati sono parati o vanno fuori.Io ho il compito di calciare il quarto, camminando dal centrocampo al dischetto sono carico e concentrato,la folla urla:"Ale!Ale!". Prendo la palla,la bacio e sorrido al portiere,che mi sorride.E lì,la mia tensione scompare, e tiro il rigore come se non significasse niente,come se non fosse decisivo,perché il nostro portiere è migliore del loro.Tiro morbido sulla sinistra e il portiere para. Poi anche loro tirano sul nostro numero 1,ma poi lui stesso manda fuori la palla e usciamo dal torneo a testa alta,ma con grande rammarico e delusione.Si sa,ai rigori brucia sempre.